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Canapa "legale" coltivata in Val d'Intelvi

Ha un bassissimo contenuto di THC

E' terminata giovedì 26 ottobre 2017 la raccolta della canapa sperimentale legale coltivata in Val d’Intelvi, piantine con un bassissimo contenuto di THC,cioè la sostanza con effetti psicotropi vietata dalla legge.

A rivelarlo è la Coldiretti Como Lecco, in occasione del via libera in Aula della Camera alla proposta di legge sulla coltivazione e la somministrazione della cannabis ad uso medico.

Questa particolare coltura — spiega l’associazione degli agricoltori lariani — è stata ottenuta dal recupero di piante di canapa della qualità carmagnola, una qualità tipica italiana riscoperta solo negli ultimi anni, grazie alla ricerca di agricoltori e appassionati.

La sperimentazione


La canapa coltivata nel comune di Alta Valle d’Intelvi dall’imprenditore agricolo Michele Maglia, è praticamente priva di tetraidrocannabinolo, detto comunemente THC, e cioè la sostanza con effetti psicotropi proibita dalla legge. «I fiori delle piante che ho coltivato sono stati analizzati da due laboratori: uno italiano e l’altro svizzero. I risultati hanno dato un contenuto di THC quasi inesistente e quindi entro i termini di legge», racconta l’agricoltore 43 enne delle sue 100 piante sperimentali, coltivate su una superficie di 4.000 metri a 900 metri sul livello del mare. «Posso essere soddisfatto di questo esperimento: la Val d’Intelvi ha un clima ideale per produrre le inflorescenze di questa particolare pianta. Infatti, il caldo e la buona piovosità permettono un importante sviluppo di fiori» prosegue Maglia.

I fiori della cannabis, privi di sostanze psicotrope, possono essere usati per vari scopi — continua Coldiretti Como Lecco — tra i quali: la preparazione di tisane o infusi rilassanti, come ornamento o profumante per ambienti, o ricreative.
Ma è la grande versatilità dell’intera pianta — afferma Coldiretti — a stupire per gli svariati impieghi, dall’uso industriale, alla preparazione di corde, di tessuti per i vestiti, di lettiere per cavalli. Addirittura, la pianta di canapa, sembrerebbe essere indicata come “rivitalizzante per il terreno” in fase di rotazione delle colture.

«Non bisogna dimenticare — afferma Fortunato Trezzi, presidente della Coldiretti interprovinciale — l’uso terapeutico della cannabis e dei suoi fiori, già legale in alcuni paesi europei e americani. Discutere su una legge per la regolamentazione di quest’uso anche in Italia, potrebbe generare un giro di affari di 1,4 miliardi e garantire almeno 10mila posti di lavoro che va attentamente valutata per uscire dalla dipendenza dall’estero e avviare un progetto sperimentale di filiera italiana al 100 per cento che unisce l’agricoltura all’industria farmaceutica».

La campagna italiana - precisa la Coldiretti – può mettere a disposizione da subito mille ettari di terreno in coltura protetta. Negli anni 40 con ben 100mila gli ettari coltivati l’Italia – conclude la Coldiretti - era il secondo produttore mondiale della cannabis sativa, che dal punto di vista botanico è simile alla varietà indica utilizzata a fini terapeutici.

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