Allo Spazio Parini di Como 12 artisti per ModArt: dalla Moda all’Arte
Sabato 4 maggio alle ore 18, allo Spazio Parini di Como, inaugurazione della mostra ModArt - dalla Moda all’Arte. Espongono 12 artisti comaschi. A Como negli anni Sessanta del Novecento l’industria del tessile occupava un posto di prima fila, non solo a livello nazionale. Si sviluppoò una capacità progettuale ed artistica da primeggiare a livello internazionale. Gli espositori che oggi sono raggruppati in questo evento sono stati figli di questo dualismo ed in qualche modo lo sono tutt’ora.
Gli artisti in mostra
Germano Bordoli, Elena Borghi, Adriano Caverzasio, Massimo Clerici, Giorgio Gaffuri, Paul Hargittay, Bruno Luzzani, Pinin Manoukian, Francesco Ortenzi, Aligi Peverelli, Carlo Pozzi, Stefano Venturini. Gli artisti (non sempre in contemporanea tutti) sono presenti il sabato pomeriggio presso lo Spazio Parini a partire dalle ore 15.30 per incontrare il pubblico interessato alla mostra.
MODART dalla Moda all’arte
Città, nel Tempo, assumono le caratteristiche che la storia, la collocazione, i conflitti, la laboriosità dei suoi abitanti conferiscono loro. Così capita che, in base alla semplice conformazione del territorio, esse esprimano peculiarità che si rafforzano in alcune epoche, per poi perderle in altre in base all'andamento dei mercati o alle scelte più o meno avvedute dell'economia. A Como negli anni sessanta del novecento, quando la produzione e la coltivazione del baco da seta erano già tramontate, l'industria del tessile occupava un posto di prima fila non solo a livello nazionale. Dipendeva molto dalla sua collocazione geografica, dai corsi d'acqua in particolare per le tessiture, dall'industriosità di molti imprenditori, dalla presenza di una mano d'opera piuttosto specializzata e, allora unica nella realtà del Paese, di una formazione scolastica specifica. L'indotto era a tale livello che divenne un valore aggiunto da spendere al di là della specificità industriale italiana. In quegli anni l'artigianato fiorito intorno all'industria della seta contava quasi trecento studi grandi e piccoli di disegnatori per tessuti ed altrettanti, se non di più, di lucidisti e messincartisti. Si sviluppò una capacità progettuale ed artistica tale da primeggiare a livello internazionale, in grado, per almeno due decenni, di influenzare il mondo della moda. Ancora non erano nate la tecnologia computerizzata del disegno e la stampa inkjet che, come tutte le innovazioni, erano destinate a sconvolgere il mercato negli anni a venire. Comunque sia, il nuovo sarebbe cresciuto soltanto (e, paradossalmente, a discapito) grazie all'alta professionalità acquisita nel campo artigianale ed artistico di quegli anni. Non è qui il caso di aprire disquisizioni di carattere sociologico ed economico, tuttavia quegli anni furono prodromi della formazione, del tutto peculiare, di molti artisti comaschi. La commistione era duplice: artisti locali (Badiali, Rho, Molteni, Gabaglio, solo per citarne alcuni) si cimentarono nel disegno per tessuti, mentre disegnatori si 'facevano le ossa' per entrare nelle fila dei produttori d'arte.