La Ligne de vie, Magritte in mostra al Masi di Lugano
Attraverso un'eccezionale selezione di opere, il Museo d’arte della Svizzera italiana ripercorrerà tutta la carriera di René Magritte: dagli esordi fino ai più celebri dipinti della maturità. Sarà così possibile comprendere l’origine e le fonti di ispirazione dell’opera di un pittore che come pochi altri suggestionò il pubblico. Il filo conduttore della mostra è rappresentato dalla conferenza che Magritte tenne il 20 novembre 1938 al Musée Royal des Beaux-Arts d'Anversa. Intitolata La Ligne de vie, la conferenza rappresentò una delle rare occasioni in cui l’artista si espresse in pubblico sul proprio lavoro. Nell’arco di un’ora, attraverso una ventina di immagini, Magritte rese omaggio ad André Breton e ai surrealisti belgi, ma soprattutto delineò la genesi della sua arte e illustrò i principi che gli avevano permesso di trasformare oggetti quotidiani in qualcosa di sconvolgente.
La mostra Magritte. La Ligne de vie, nata in collaborazione con la Fondazione Magritte di Bruxelles, propone al pubblico circa settanta opere dell’artista belga, in prestito da musei internazionali e collezionisti privati. Il percorso espositivo seguirà il filo conduttore offerto dalla conferenza “La Ligne de vie” che Magritte tenne ad Anversa nel 1938. In quell’occasione, una delle poche in cui l’artista si espresse pubblicamente sulla sua opera, Magritte illustrò l’evoluzione della propria poetica e citò gli artisti che maggiormente lo avevano suggestionato. La mostra documenterà l’evoluzione di Magritte a partire dalle opere giovanili – differenziandosi in questo dalle tradizionali esposizioni che ne propongono solo le creazioni più caratteristiche – e metterà in luce l’influenza che le avanguardie italiane ebbero su di lui attraverso paralleli con alcune opere futuriste e metafisiche.
Le Opere
Il percorso espositivo prende inizio dalle creazioni dei primi anni Venti, perlopiù sperimentazioni, ben lontane dai dipinti più conosciuti del maestro belga. Segue un’ampia selezione di lavori realizzati fra gli anni Venti e Trenta, in cui si evidenziano i temi prediletti dell’artista.
Come spiegato dallo stesso Magritte in occasione della conferenza La Ligne de vie, che ebbe luogo nel 1938, alla base dei dipinti realizzati tra il 1925 e il 1936 ci fu la ricerca sistematica di un effetto poetico sconvolgente, raggiunto attraverso la decontestualizzazione di oggetti comuni. Una poetica che l’artista riprese anche negli anni successivi, realizzando alcune fra le sue opere più celebri (La Mémoire, 1948 e La Grande Guerre, 1964, entrambe in mostra) in cui è chiara la metamorfosi dell’oggetto. La mostra documenta anche l’unica e breve divagazione di Magritte dal proprio inconfondibile stile: il periodo vache (letteralmente “vacca”, con una serie di opere realizzate nel 1948, dai colori sgargianti e dalle pennellate libere, che fanno ironicamente il verso al fauvismo. Completano il percorso documenti, fotografie e una serie di affiches del suo periodo giovanile, a testimonianza del lato “commerciale” dell’artista, nonché la proiezione di film da lui realizzati nel corso degli anni Cinquanta.