Cartoline da Torno con Arte per l'Arte 2018
Pro Loco Torno e Associazione "Via De Benzi 17" presentano "Arte per l'Arte 2018" presso la riva di Torno, splendido borgo di origine medievale affacciato a promontorio sul primo bacino del Lago di Como, sabato 14 e domenica 15 luglio 2018. Una mostra di foto dedicate al paese stesso e una serie di laboratori e incontri nella zona a lago animeranno il paese durante tutto il fine settimana.
Giunta alla terza edizione, “Arte per l’Arte” si pone l'obiettivo di raccogliere fondi necessari al restauro conservativo di grandi opere del passato presenti nel territorio tornasco: nel caso dell'edizione 2018, del vasto affresco posto sull'arco trionfale della chiesa di San Giovanni, costruita nel XII secolo in stile gotico-romano. Il tutto grazie alla sinergica collaborazione con il corso di restauro dell'Accademia di Belle Arti Aldo Galli - IED Como sotto la guida della professoressa Vanda Franceschetti.
Dieci fotografi scelti da Lorenzo Butti – Gin Angri, Francesco Arena, Lorenzo Butti, Enrico Cano, Armen Casnati, Francesco Corbetta, Margot Errante, Maurizio Gabbana, Attilio Marasco, Alessandro Ruffini – hanno realizzato per l'occasione degli scatti che raccontano gli ambienti più suggestivi, gli edifici storici (come la villa La Pliniana), il peculiare rapporto tra natura e architettura che caratterizza il borgo lariano. Le loro opere saranno esposte da sabato 14 luglio alle 17.00, e sino a domenica 15 alle 18.00, nella sede dell'associazione "Via De Benzi 17", nell'omonima via che costeggia la riva di Torno. Riprodotte a tiratura limitata e raccolte in cartelle, le immagini saranno messe in vendita per il restauro di San Giovanni. Per l'occasione è stato realizzato un catalogo con un testo di Roberto Borghi.
Sabato 14 e domenica 15 luglio la riva di Torno verrà animata da laboratori creativi per bambini, laboratori fotografici, aperture straordinarie delle botteghe storiche, visite guidate alle chiese e ai parchi del paese.
Saluti da Torno
di Roberto Borghi
“Effetto cartolina”, nel linguaggio di chi si occupa di fotografia, è una formula utilizzata quasi sempre in accezione negativa. Eppure la cartolina illustrata è un oggetto dalla lunga e gloriosa storia la cui pervasiva diffusione, attorno alla metà del Novecento, ha contribuito a rendere “di massa” la percezione del paesaggio. Inoltre, scegliendo di spedire una visione del luogo in cui si trovava piuttosto che un’altra, il mittente comunicava al destinatario la propria esperienza d’intimità con un frammento specifico di territorio dalla valenza emblematica.
Qualcosa di analogo sembra avvenire in alcune tra le opere fotografiche realizzate per la terza edizione di ARTE PER L’ARTE. Ad esempio nel caso del lavatoio colto da Armen Casnati Manoukian in una luce tersa e con un marcato taglio prospettico che accentua la sua atmosfera metafisica. Oppure in quello del masso avello che, nello scatto di Lorenzo Butti, sembra contenere al suo interno la vegetazione ed essere allo stesso tempo ricompreso in essa. E ancora nell’architettura ruvida e vitale almeno quanto un tronco d’albero inquadrata da Enrico Cano, e in quella maestosa ed enigmatica, come incuneata nella natura, ripresa da Francesco Arena.
Altre opere sembrano porsi a distanza dall’iconografia da cartolina, per quanto virtuosamente intesa, e andare semmai in cerca dell’elemento spiazzante, inusuale e suggestivo. Spiazzante come la signora in rosso che scende lungo un sentiero di montagna proposta da Margot Errante. Inusuale, e non meno spiazzante, come la cornamusa al centro della folla affacciata sul lago catturata da Gin Angri. Spiazzante, inusuale e intensamente suggestivo come il memento mori scovato da Attilio Marasco nel cimitero del paese, e il santo dallo sguardo ipnotico e dall'aura moltiplicata evocato da Maurizio Gabbana.
Altre opere ancora sembrano parlarci dell’oblio dell’immaginario da cartolina, anzi della sua completa archiviazione posta in atto dalla tecnologia. Come negare che la cartolina illustrata è divenuta qualcosa di teneramente antico da quando chiunque, dotato di cellulare e connessione internet, può spedire un reportage all’incirca esaustivo su qualsiasi luogo? Nonostante ciò viene da chiedersi: lo scatto d’epoca proposto da Alessandro Ruffini è reso più, oppure meno, oleografico dall’intrusione di elementi tecnologici? E la geolocalizzazione effettuata da Francesco Corbetta non rappresenta un modo diverso, ma tutto sommato equivalente, di mandare un saluto da Torno?