Enzo Jannacci, canzoni che feriscono: "Strade rosse" debutta con Vites, il vino e le rose
Giovedì 24 ottobre, alle 19, Paolo Vites sarà ospite allo Spazio Parini di Como per la presentazione del saggio Enzo Jannacci, canzoni che feriscono. La serata sarà accompagnata da un omaggio al grande artista milanese proposto da Giambattista Galli, Nadir Giori e Francesco Andreotti - che presenteranno anche l'atteso concerto dei Sulutumana di domenica 27 ottobre al Teatro Sociale di Como - e da una degustazione di Nebbiolo e Barbera con i vignaioli dell'azienda piemontese Il vino e le rose. L'appuntamento è inserito all'interno della rassegna “Strade rosse”, una serie di appuntamenti culturali all'insegna del racconto organizzati e presentati da Maurizio Pratelli.
Il libro
Nessuno meglio di Paolo Vites avrebbe potuto raccontare le ferite che procurano le canzoni di Enzo Jannacci. Nessuno perché Vites - uno dei critici musicali più interessanti e anticonformisti del panorama contemporaneo - scrive sempre con il cuore di chi è stato “vittima” delle canzoni, in questo caso quelle di Jannacci. In questo libro “sincero, accattivante ed emozionante", come lo definisce Enzo Limardi, storico collaboratore di Jannacci, Vites rilegge l'opera del cantautore milanese sotto una luce particolare, nuova e sorprendente, evitando accuratamente l'abusata semplificazione del "cantante demenziale" e segnalando i brani in cui la "ferita del cuore" emerge in modo più evidente. Paradossalmente sono proprio queste le canzoni che ci hanno salvato la vita, quelle vissute di notte sulla propria pelle. Se è vero che il meglio di Jannacci era il peggio di Milano - come scriveva mirabilmente Gianni Mura - è anche vero che l’innata allegria del naufrago, metafora attraverso la quale si è sempre espresso, gli ha concesso di diventare la voce credibile di chi non aveva il coraggio di cantare il proprio malessere.
Enzo Jannacci è un musicista sotto certi aspetti avevamo persino sottovalutato. Ascoltate la sua voce in Sei minuti all’alba - nella versione dell'album The Best in cui c'è l'amorevole zampino del figlio Paolo - un piccolo capolavoro struggente fino all’ultimo respiro di tromba; soffermatevi sull’intensità interpretativa, forse mai così turgida, di Jannacci mentre canta Il Duomo di Milano. Viene ogni volta da alzarsi in piedi, in pè, citando Veronica. Oh Enzo, volevi curarlo, ma alla fine ci hai spezzato il cuore. “Ma se me lo dicevi prima. Eh, se me lo dicevi prima. Come prima. Ma sì se ce lo dicevi prima. Ma prima quando. Ma prima no”.
I vignaioli (Il vino e le rose)
Percorsi differenti hanno portato Felicia, Massimiliano, Gabriele e Stefano, all’inizio del 2017, a decidere di concretizzare un progetto insieme, nella convinzione che l’unione fa la forza, che l’energia che scaturisce da un gruppo è contagiosamente bella. Questio quattro vignaiolo sono motivati dal percorso che hanno deciso di intraprendere, che nasce, cresce e trova la sua massima realizzazione nella produzione di vino, la loro attività prevalente: la cura della vigna nel rispetto dell’ambiente e dei suoi abitanti, l’attenta osservazione in cantina per limitare il più possibile qualunque intervento che possa alterare la naturale trasformazione dell’uva, l’aspetto commerciale indirizzato al consumo critico e a circuiti che possano permetterci il contatto diretto con consumatori, appassionati e esperti del settore.
Amore e Psiche
Ottenuto dalla vinificazione in purezza di uve nebbiolo prodotte in una piccola vigna con una storia alle spalle di 50 anni ubicata nella frazione di San Giuseppe nel comune di Castagnito, Amore e Psiche porta con se il carattere audace e sfrontato della nostra avventura vitivinicola. Apuleio narrava nella sua favola che “Dall’unione di Amore e Psiche nacque una figlia chiamata voluttà”, allo stesso modo dall’amore fra noi e queste vigne sconfinate e senza tempo nasce questo vino che è puro piacere. Colore rosso rubino intenso con riflessi aranciati, profumo ampio, fruttato, floreale con sentori di lampone, fragola, piccoli frutti del sottobosco, fiore di geranio; il gusto asciutto, persistente con tannini insolitamente morbidi ed equilibrati. Caldo e avvolgente e con un finale persistente si presta ad un invecchiamento medio lungo.Si abbina a risotti, fonduta, salumi cotti, formaggi (anche di medio invecchiamento). Alcol dai 13 ai 14,5 volumi a seconda delle annate.
Oriundo
Vinificato esclusivamente da uve Barbera di nostra produzione, l’oriundo è un vino che racchiude in se tradizione, storia del territorio, qualità e genuinità del prodotto. L’utilizzo in vigna di prodotti assolutamente biologici (zolfo, verderame, poltiglia bordolese), l’allevamento (potature e gestione sviluppo) quanto più possibile ispirato dalle stesse piante più che quarantennali, e una vinificazione estremamente semplice e tradizionale, senza l’aggiunta di solfiti, se non qualche volta solo in fermentazione, danno una tipicità e un gusto che parla della terra da dove proviene.
Oriundo è un vino rosso porpora intenso con riflessi granati, dal profumo etereo con sentori di frutti di bosco e ciliegie selvatiche, ha un gusto caldo, pieno, opulento, con una nota finale lievemente astringente che lo abbina felicemente a salumi e insaccati, formaggi stagionati, primi e secondi piatti molto complessi. Il grado alcolico a seconda delle annate varia tra i 13,5 e i 14,5 volumi.