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Carnevale di Schignano, la grande sfilata finale e il rogo notturno

La notte più bella di un evento storico

La grande sfilata finale, cui seguirà il rogo notturno del Carlisepp, scatterà infatti martedì 13 febbraio alle 14 circa. Il via al corteo come sempre dal centro storico di Occagno, poi la sfilata per le vie del centro paese e delle frazioni, il ritorno e una serie di prolungati brindisi a suon di musica della Fugheta che si concluderanno in tarda serata con il rogo del fantoccio del Carnevale, finalmente catturato e portato sulla catasta di legna.

I personaggi del Carnevale di Schignano

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Il Brut
Dietro antiche enigmatiche maschere scolpite a mano nel legno, catturano l’attenzione dei numerosissimi presenti con balzi, cadute e abiti che richiamano uno stile di vita umile; ricoperti da stracci, pelli di animali e pesantissimi campanacci, i Brut portano in scena il “povero”, costretto a vivere di pastorizia, agricoltura o addirittura ad emigrare, per mantenere la famiglia. Gli abiti dimessi, spesso imbottiti di paglia, gli attrezzi contadini di una volta e le pesanti campane, compongono un costume che sovente finisce con il pesare decine di chili. 

Il Mascarun o Bell
L’andatura calma e retta, gli abiti vezzosi e colorati, i pizzi, i merletti e il pancione gonfio (il buttasc) conferiscono, invece, eleganza e un’aura di nobiltà ai Mascarun (i Beii). Accompagnati da sontuosi bastoni, ombrellini e sgargianti ventagli, i Mascarun invitano spesso i Brut, con modi risoluti, a rialzarsi.

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La Ciocia
Una sola e stridula è la voce ammessa a parlare durante i cortei del Carnevale di Schignano: quella della Ciocia, moglie-serva del Mascarun, petulante e polemica, divertente caricatura delle donne di un tempo e macchietta degna del più nobile teatro dell’arte. Tassativamente rappresentata da un uomo con il volto sporco di fuliggine, abiti tradizionali e zoccoli di legno, si aggira tra i presenti lamentandosi delle angherie del marito e coinvolgendo gli spettatori in esilaranti mini sketch.

I Sapeur e la Sigurtà
Con il volto dipinto di nero e abiti in pelle di pecora, i Sapeur, con tanto di ascia, il sabato e il martedì grasso, sono chiamati ad aprire e sorvegliare il corteo subito dietro alla Sigurtà, maschera che invece rappresenta l’autorità.

Il Carlisepp
E’ il fantoccio che rappresenta il Carnevale. Appeso nella piazza principale durante i giorni di festa, è destinato ad essere incendiato nel rogo finale del martedì grasso, non dopo aver però tentato di fuggire invano in una drammatica e rocambolesca corsa tra la folla e i vicoli.

Il libro

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Un carnevale così unico che Mattia Vacca, fotoreporter comasco, agenzia Prospekt, ha pubblicato un meraviglioso libro fotografico vincitore di numerosi premi: A Winter's Tale.  In una valle verde, tra boschi di conifere e pascoli alpini, il paese di Schignano si incastona tra le povere montagne che si affacciano sul lago di Como. Una delle tradizioni più antiche di Schignano è sicuramente il Carnevale, che viene festeggiato ogni anno in modo molto particolare, anzi, unico.

La sfilata, piena di allegorie e simboli, rappresenta l'addio degli uomini, che devono lasciare nuovamente il paese verso il loro destino di migranti.
Il Carnevale affonda le sue radici nel passato, comune a molti villaggi della regione, quando gli uomini lasciavano le loro case e le loro famiglie per nove mesi all'anno. La fine del Carnevale mette così in scena la partenza degli uomini e la solitudine delle donne. Una festa spontanea, anarchica, senza regole né leggi scritte, che continua a vivere solo grazie allo spirito della gente e agli artigiani che scolpiscono le caratteristiche maschere di legno. 

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