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Sulutumana, nuovo disco senza filtri tra Como e Londra

Un "Vadavialcù" firmato Tognazzi è il titolo dell'album. Il 3, 4 e 5 dicembre la band sul palco del live club All'1&35circa

La parolaccia più famosa della Lombardia e più musicale del mondo è anche il titolo del sesto album di inediti composto di 12 nuove canzoni a firma Sulutumana. "Un vadavialcù nasce spontaneo, un po’come lo starnuto. Quando sta per esplodere non puoi (e non devi) trattenerlo. E così - raccontano ancora i Sultumana - abbiamo sentito il dovere di farci portavoce di questo “caloroso invito”, rivolto prima di tutto a noi stessi". 

"Stiamo vivendo il periodo più maturo e consapevole della nostra esperienza artistica - aggiunge ancora Gian Battista Galli, leader della band comasca - ma anche della nostra vita e sentiamo crescere l’urgenza di goderci a pieno ogni prezioso istante che abbiamo a disposizione. E allora vadavialcù a tutto ciò che si pone come ostacolo al nostro slancio vitale: i dubbi, le paure, i calcoli, le recriminazioni. Ma anche vadavialcù a tutti quelli che vogliono vendere opinioni, manipolare cervelli, urlare verità, imporre pensieri e azioni". Insomma un titolo,Vadavialcù, appunto che è una sorta di manifesto senza maschere né ansie commerciali, dalle  quali, peraltro, il gruppo non si è mai fatto condizionare. "L’album - continua Galli - è stato registrato nel luogo nel quale da sempre ci sentiamo più a nostro agio, la nostra sala prove, ed è stato mixato presso gli storici Abbey Road Studios di Londra (quelli dei Beatles, ndr)". 

Ospite d’onore di questo nuovo disco è nientemeno che il leggendario e indimenticato Ugo Tognazzi, che presta la sua voce nella canzone che dà il titolo all’album, da lui stesso ispirata. Per dire cosa? Ma vadavialcù, ovviamente. "È stato entusiasmante finire col firmare una canzone - ricorda Galli - insieme a un nostro autentico mito, per questo ringraziamo di cuore i figli e famigliari di Ugo che ci hanno concesso questa opportunità. L’idea che ha ispirato il brano viene dalla visione (l’ennesima) dell’episodio “Hostaria” contenuto nel film “I nuovi mostri”, capolavoro della comicità datato 1977 e firmato dai registi Ettore Scola, Mario Monicelli e Dino Risi. Il videoclip che accompagna il singolo Vadavialcù è un omaggio al film stesso". A distanza di più di quarant’anni la “commedia all’italiana” rimane un genere cinematografico ineguagliabile per genio e capacità di descrivere un paese, i risvolti più grotteschi della sua storia ed i vizi più tenaci della sua gente. 

Le invettive in Vadalvialcù iniziamo con la prima traccia per tornare soltanto nell’ultima, La ballata dell'odio. Nel mezzo c’è un percorso magico, intimo, disincantato e ricco di sorprese. "Siamo andati alla ricerca di un'estetica musicale - spiega Galli - che mirasse al nocciolo del nostro stile, stando ben attenti a non tradire l'emozione del lampo creativo iniziale". Nonostante gli impasti sonori risultino piacevolmente corposi, si tratta di un disco essenziale, fatto di pochi ingredienti, genuini e dosati con la massima cura, come è da sempre nelle vorde artistiche dei Sulutumana. Alla fine ne è scaturito un sorprendente viaggio suonato e cantato fatto di scommesse giocate, vinte e perdute, piccole fortune conquistate, nuove consapevolezze acquisite, preziose esperienze maturate. Notevoel anche il lavoro di packaging che accompagna questo nuovo disco. 

I concerti 

Il disco verrà presentato il 3, 4 e 5 dicembre in tre serate live sul palco del live club All'1&35circa, dove si potranno scoprire tutte le canzoni del successore di Giù a manetta, il doppio album live, e di Dove tutto ricomincerà, il precedente lavoro di inediti dei Sulutumana.

Track List

01 Vadavialcù 02 Così van le cose 03 Alter ego 04 Infinito presente 05 Una scusa per vivere 06 Enigma 07 L’isola misteriosa 08 Raccontami 09 Dal treno in corsa 10 Uscirne vivi 11 Quello che sfugge 12 La ballata dell’odio

Gli autori dei brani

Testi: Gian Battista Galli (tranne Vadavialcù: Gian battista Galli, Ugo Tognazzi)
Musiche: Francesco Andreotti, Nadir Giori, Gian Battista Galli
Arrangiamenti e direzione artistica: Nadir Giori, Francesco Andreotti, Gian Battista Galli
Supervisione artistica: Raffaele Scogna

I Sulutumana

Gian Battista Galli: voce
Francesco Andreotti: pianoforte, tastiere.
Nadir Giori: basso elettrico, contrabbasso, chitarra acustica
Angelo Galli: cori
Beppe Pini: chitarra acustica, chitarra elettrica
Marco Castiglioni: batteria, percussioni

Gli ospiti

Flaviano Braga: fisarmonica - Leslie Abbadini: Cori - Francesca Arrigoni: Cori
Ugo Tognazzi: Vadavialcù

Il disco canzone per canzone

01 - Vadavialcù
A questo punto della nostra vita e del nostro percorso artistico abbiamo sentito il dovere di farci portavoce di questo caloroso invito, che abbiamo rivolto prima di tutto a noi stessi, ed è stata un’autentica liberazione. Non c’è niente di più corroborante di un bel “vadavialcù”, come ci insegna Ugo Tognazzi nella canzone da lui ispirata. È senza ombra di dubbio il più pacifico degli epiteti e siamo certi che nella lista dei tipi umani descritti nella canzone possiamo ritrovarci proprio tutti, in un gagliardo raduno di cazzoni a vario titolo.
Questo brano ha un debito di riconoscenza con l’episodio del film “I nuovi mostri” dal titolo “Hostaria”, con Vittorio Gassmann e Ugo Tognazzi. (Italia, 1977 - regia di Mario Monicelli, Ettore Scola, Dino Risi)

02 - Così van le cose
Una cavalcata folk-pop, solare e travolgente. Il motto di questo brano è “meglio non volere di più” (Cit. dal testo). Un invito a prendere il meglio che la vita ci dà, senza placare la sete di scoperta e tenendo viva la curiosità. C’è una citazione nel testo tratta dai primi versi del Canto VIII del Purgatorio di Dante.
Cit.: “Marinai nell’ora che già volge al desio, dentro la commedia tu ed io.”
Purgatorio Canto VIII: “Era già l’ora che volge il disio ai navicanti e ‘ntenerisce il core.”

03 - Alter ego
È un brano dal sapore etnico, con ritmo e melodie che richiamano il mondo afro-pop di certi inarrivabili capolavori del grande Paul Simon. Il testo è una divertente e dissacrante presa in giro verso sé stessi, un invito ad accettarsi “obtorto collo”, con un liberatorio e contagioso coro finale.

04 - Infinito presente
Ballata intimista che si muove su armonie semplici e decise, con un prezioso ricamo di pianoforte a cristallizzarne l’atmosfera. A tarda sera, nel letto, la luce spenta, gli occhi aperti sul buio. Il gomitolo dei pensieri si disfa in un filo di riflessioni, ricordi e proiezioni sul “senso di questa cosa sospesa nell’infinito presente” (Cit. dal testo). Questo brano ha un debito di riconoscenza verso il racconto di Dino Buzzati dal titolo “I giorni perduti”.

05 - Una scusa per vivere
“Nessuno è migliore di un canto stonato… ringrazia di essere nato” (Cit. dal testo). Ciascuno di noi è alla ricerca della vibrazione di un diapason che possa farlo tornare in armonia con il mondo.

06 - L’isola misteriosa
Un pianoforte che sa quello che vuole dire e lo dice con forza emotiva dirompente tra cadenze ora semplici ora più ardite ma sempre ben decifrabili ed efficaci. Il contrabbasso prende il largo con lui, in cerca di “Una terra che le mappe non conoscono.” (Cit. testo). Il brano è liberamente ispirato al racconto di Josè Saramago dal titolo: “Il racconto dell’isola sconosciuta.”

07 - Enigma
Siamo in una sorta di Blade Runner musicale, sospesi tra cielo e terra, desiderosi di spingerci oltre i nostri limiti, perché c’è un enigma che attende d’essere svelato: la nostra stessa esistenza.

08 - Raccontami
È un brano epico che narra di un viaggio iniziatico da parte di un ragazzo, della perdita dell’innocenza e della conquista della coscienza. Musica costantemente in tensione tra suoni synth e linee semplici ed efficaci di basso, chitarra e pianoforte, che richiama certi temi ipnotici e meravigliosi di Paolo Conte. Questo brano ha un debito di riconoscenza con la canzone di Bob Dylan dal titolo: “A hard rain’s a-gonna fall”.

09 - Dal treno in corsa
C’è un momento della vita nel quale facciamo definitivamente pace con noi stessi. Ed è allora che, senza pensarci due volte, azioniamo la maniglia girevole del portellone e saltiamo giù dal treno nel bel mezzo della sua corsa. Quello che ci aspetta sarà semplicemente da scoprire, come fossimo neonati catapultati nel mondo per la prima volta. La musica gioca su elementi inequivocabilmente blues combinati in una personale rivisitazione dell’infinito mondo di questo genere musicale.

10 - Uscirne vivi
È un “cortometraggio” in forma canzone che descrive gli stati d’animo di un fallimento amoroso.
È un brano in RE minore, tonalità usata da Bach per la Toccata e fuga, ma anche da Beethoven per la Nona sinfonia. Tutti gli elementi musicali puntano a creare fissità e tensione come se tutto fosse sospeso a pelo d’acqua fino a che un’onda violenta e improvvisa spazza via tutto.

11 - Quello che sfugge
È un brano leggero ed etereo, un quadro di Chagall in parole e musica, con sfumature jazz nel portamento ritmico e musicale. È la danza di una piuma che volteggia senza mai toccare terra.
N.B. L’incipit del testo che recita “Il senso delle cose, il cielo sotto i piedi” è un rimando al ritornello del singolo “Vertigine” del maggio 2017, mai pubblicato su disco.

12 - La ballata dell'odio
Caustica e dissacrante canzonetta sulla moda becera ed imperante di odiarci a tutti i costi e in tutti i modi, marionette di politici e di politiche inette e “deumanizzate” nonché di social-network che manipolano e confondono, facendoci sentire dei geni virtuali ma riducendoci di fatto a perfetti idioti. Il ritornello è costruito su quella che in gergo musicale si chiama “cadenza d'inganno”, e non è un caso. Sempre nel ritornello c’è una chiara citazione della canzone “Viva la gente” già “Up with the people” di Paul & Ralph Colwell.
 

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