Marc Ribot, la sua bambola di ceramica è una furia rock
"Ho il diritto di dirti fuck you!!!". Inizia così il nuovo e terzo album del veterano chitarrista dei Ceramic Dog Marc Ribot, con lui che urla contro la corruzione, la tirannia, la vita in generale e nulla in particolare. Se hai un grave caso di stanchezza indignata, l'esplosivo cocktail di Ceramic Dog di abbandono sfrenato, disprezzo camaleontico per i vincoli di stile, commenti politici e umorismo assurdo è proprio la botta di vita (o il calcio nel sedere) che potrebbe esserti utile. In effetti, il nuovo album di Ceramic Dog - il cui titolo YRU Still Here? è diretto in parti uguali a se stessi, al comandante in capo e al pubblico in ascolto - arriva giusto in tempo per ricordarci che questo è un momento in cui la rabbia non è solo necessaria, e inevitabile, ma anche buona per le piante d'appartamento. YRU Still Here? va dal punk al funk al flamenco passando per il rock ‘n’ roll - tutto girato sulla testa e macchiato, permettendoci di immaginare una storia alternativa in cui le icone punk Jello Biafra e Ian MacKaye fronteggiavano gruppi lounge no-wave a martedì alterni al Teaneck New Jersey Holiday Inn. Marc Ribot negli anni’80 ha fatto parte dei leggendari Lounge Lizards di John Lurie. Ha poi lavorato a lungo con Tom Waits, partecipando ad album come Rain Dogs, Mule Variations e diversi altri. Ha collaborato anche con Elvis Costello, Laurie Anderson e soprattutto John Zorn, che l’ha eletto suo chitarrista feticcio. “Ceramic Dog non è un progetto, ma una vera band!” dice Ribot di quella che negli ultimi tempi è la sua formazione preferita. I Marc Ribot's Ceramic Dog sono in concerto allo Studio Foce di Lugano giovedì 21 febbraio.