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Economia Via Borgo Vico, 107

Riapre lo storico pastificio di via Borgo Vico: tradizione e ingredienti di prima qualità

Ecco com'è iniziare un'attività durante l'emergenza coronavirus

La famiglia Gilio aveva aperto il pastificio al civico 107 di via Borgo Vico Vecchia nel 1973. Poi a un certo punto per problemi di salute i coniugi avevano dovuto rinunciare all'attività. Oggi, grazie alla volontà imprenditoriale ma soprattutto alla passione per la gastronomia di Franco Redaelli, il pastificio riapre.

pastificio giglio via borgo vico 3-2

Franco, lei è qui al banco ma in laboratorio chi c'è?
(Ride) “Quando ho parlato con i proprietari della possibilità di rilevare l'attività, gli ho detto subito Va bene, lo faccio, ma vi voglio con me! Quindi in laboratorio ci sono loro, i Gilio, gli unici e originali, con la loro infinita passione per la pasta e per il lavoro. Siamo aperti da due giorni e ieri sera ho dovuto cacciarli dal laboratorio, tanta era la loro energia”.

pastificio giglio via borgo vico franco redaeli e famiglia giglio-2

Ecco, ieri avete aperto il pastificio e non avete potuto fare una vera e propria inaugurazione. L’affluenza com’è stata?
“Ieri è andata veramente benissimo, soprattutto sono tornati tantissimi clienti di un tempo, che avevano sofferto in questi anni di chiusura e non vedevano l'ora di ricominciare a fare la spesa qui. Anche oggi (quando intervistiamo Franco, il negozio è aperto solo da un paio d'ore) sta andando sempre bene e abbiamo notato che per ora c'è più clientela nuova rispetto a ieri, soprattutto ragazzi e giovani donne che abitano in via Borgo Vico, per i quali speriamo di diventare un punto di riferimento".

Com’è stato, emotivamente e praticamente, aprire durante l'emergenza coronavirus?
“Burocraticamente per fortuna non abbiamo avuto nessun tipo di difficoltà maggiore rispetto che in un momento normale. Stiamo tranquilli, pensiamo in questo momento di poter dare un servizio utile alla città. Certo ci sono due ordini di problemi, il primo è legato al fatto che le persone in questi mesi si sono abituate a fare la spesa on-line e ad andare al supermercato, che per un lungo lasso di tempo è rimasto praticamente l'unico riferimento per la popolazione. Noi facciamo comunque consegna a domicilio, ci stiamo organizzando, e forniamo un prodotto che in 5 minuti e praticamente senza alcun impegno è in tavola, che quindi pensiamo possa venire incontro alle esigenze di questo momento complicato. Dal punto di vista pratico la difficoltà riguarda invece la questione guanti. Se la mascherina può essere noiosa ma non c'è da farne un dramma e all'uso dei guanti dei guanti in generale gli alimentari sono abituati da sempre, quello che ora cambia è che i guanti devono essere sanificati ogni momento oppure tolti e rimessi in tante diverse situazioni. Diventa un po' più complicato e sicuramente più meccanico, obbligando a dei gesti meno naturali, ma niente che non si possa gestire tranquillamente”.

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Quindi il vostro motto, anche per superare questo momento di crisi economica che porta una diminuzione del potere di spesa delle famiglie, è la tradizione? "Sicuramente sì, cercando di ampliarla con altre tradizioni. In laboratorio abbiamo assunto un pastaio genovese DOP, che tra l'altro ci striglia parecchio sulle materie prime da acquistare, che devono essere esattamente quelle della tradizione ligure e non per esempio genericamente del nord Italia. Ma già ieri abbiamo avuto un riscontro assolutamente positivo e i prodotti tipici genovesi sono stati un grande successo. Il nostro obiettivo è quello di rispettare queste tradizione, sempre partendo da materie prime di estrema qualità e da un servizio di vicinato che ci distingue da realtà più grandi ma magari meno personali”. 

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