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Protesta Eleca, mobilità per 15 lavoratori e acconto di 500 euro sugli stipendi

Cantù. 500 euro come acconto per il mese di luglio e mobilità per 15 persone. Questi gli ultimi sviluppi sul caso “Eleca”, la general contractor che da quattro mesi non paga gli stipendi ai propri dipendenti, ormai in protesta da giovedì scorso...

Cantù. 500 euro come acconto per il mese di luglio e mobilità per 15 persone. Questi gli ultimi sviluppi sul caso “Eleca”, la general contractor che da quattro mesi non paga gli stipendi ai propri dipendenti, ormai in protesta da giovedì scorso davanti alla sede dell’azienda in via Como a Cantù. La giornata è stata davvero campale: alle 14.00, i lavoratori ricevono le prime notizie dai propri rappresentanti sindacali che hanno indetto un’assemblea sotto il gazebo di via Como. In tutto, erano presenti circa 90 persone, numero che sta continuando a crescere dall’inizio della protesta: “La proposta dell’azienda ci lascia perplessi”, dichiara Ettore Onano di FIOM-CGIL. L’azienda, secondo quanto riferito dai rappresentanti sindacali in assemblea, avrebbe a disposizione 150 mila euro, fondi che metterebbe a disposizione per pagare gli acconti del mese di luglio. Un contentino, dicono alcuni, mentre altri sostengono che si tratta di una vera e propria presa in giro.

Tra l'altro, senza il concordato preventivo i lavoratori non potrebbero accedere alla cassa integrazione straordinaria, visto che quella ordinaria scade il 29 gennaio. La partita degli edili, invece, è tutta da giocare: è stato chiesto, infatti, un incontro all’ANCE (associazione nazionale costruttori edili) perché, secondo quanto riferito dai sindacati, l’azienda avrebbe mandato in ritardo a Roma la richiesta di cassa straordinaria con il rischio, dunque, che le richieste non vengano accettate. Molto critico, invece, Massimiliano Corti per la FIM-CISL, che non esita a definire “briciole” le proposte messe sul tavolo dall’azienda. Inoltre, sostiene: “Chi sta a casa deve ringraziare quelle 30 persone che stanno qui a lottare per tutti”. Anche se il numero delle presenze al presidio è notevolmente cresciuto rispetto alla settimana scorsa, sono ancora molti i lavoratori che hanno scelto di non protestare.

La giunta Bizzozero al presidio

Intorno alle 15.00, arriva al presidio l’intera giunta Bizzozero. Il sindaco di Cantù viene accolto con un applauso dai lavoratori. Durante i giorni scorsi, infatti, Bizzozero aveva manifestato la propria solidarietà ai lavoratori della Eleca e, proprio per questo, si è deciso a convocare una “giunta a cielo aperto” con un unico punto all’ordine del giorno: la condizione dei lavoratori della Eleca. Il sindaco, ha aperto l’incontro ringraziando i lavoratori che hanno avuto il merito di portare alla luce un problema che ormai investe anche la ricca Brianza: la mancanza di lavoro: “E’ un problema che non riguarda ormai soltanto i lavoratori della Eleca, ma più di mille lavoratori”. “Il lavoro fa parte proprio della nostra identità. Senza lavoro la gente muore”, dichiara Bizzozero alle telecamere. L’aver voluto portare la giunta in via Como, secondo Bizzozero “ha un valore simbolico, noi abbiamo deciso di stare accanto ai lavoratori”. Ma all’atto pratico che cosa può fare il Comune per aiutare i lavoratori in difficoltà? Bizzozero, innanzitutto, fa un appello al Governo, affinchè si prenda atto di questa difficile situazione e sciolga i Comuni che hanno letteralmente le mani legate per via del vincolo del patto di stabilità. Inoltre, dichiara: “Dentro le maglie del bilancio cercheremo di costruire un fondo sociale e comunale per il lavoro e di attivare i fondi voucher”. I lavoratori hanno potuto interloquire con la giunta per circa un’ora e mezza.

Storie di famiglie in difficoltà

Particolarmente toccante, la testimonianza di Rocco Iaconis, dipendente della Eleca, disabile, che subito dopo la fine dell’incontro ha accusato anche un leggero malore ma non grave. Iaconis, quarant’anni, sostiene che “le porte sono chiuse”. Qualora non riuscisse a riavere un posto di lavoro, si troverebbe davvero in gravi difficoltà: oltre all’affitto arretrato da pagare, infatti, Iaconis rischia di essere lasciato da solo dalla badante che si occupa di lui, perché non riesce più a pagarla. L’uomo, residente a Bregnano, ha chiesto a Bizzozero di interessarsi del suo caso. Il sindaco ha fatto sapere che, in seguito all’incontro che avverrà a breve con tutti i sindaci della zona, farà presente il suo caso. Ma sono tante le storie che si intrecciano e che meriterebbero di essere trattate una ad una: come quella di Riccardo Tarantelli, famiglia monoreddito e tre figli da mantenere. O quella di Donato Milanese, anche lui in grave difficoltà ma che comunque avanza un’idea: quella di chiedere alle società che erogano servizi una proroga per il pagamento delle bollette. Hanno interloquito con la giunta anche Mirco Rota, segretario della FIOMM Lombardia. Il suo è stato un appello agli imprenditori affinchè “tornino a fare gli imprenditori”. E’ intervenuto anche il segretario della FIM Alberto Zappa, il quale ha voluto parlare del rapporto fra lavoratore e azienda. Una nota positiva può e deve esserci: la solidarietà che sta dimostrando la città di Cantù anche con piccoli gesti. Dall’altra parte di via Como, un bar ha messo a disposizione degli avventori una cassetta per raccogliere delle offerte da destinare ai lavoratori di Eleca.

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