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Prestiti e mutui, famiglie lariane settime in Italia per debiti

Quasi al vertice della classifica per indebitamento. Le famiglie della provincia di Como hanno un deficit medio di 25.267 euro, con un aumento del +38.2% tra il 2007 e il 2013. Lo rivela uno studio della Cgia di Mestre che evidenzia come la...

Quasi al vertice della classifica per indebitamento. Le famiglie della provincia di Como hanno un deficit medio di 25.267 euro, con un aumento del +38.2% tra il 2007 e il 2013. Lo rivela uno studio della Cgia di Mestre che evidenzia come la media italiana sia più bassa: 19.251 euro. In generale, cioè sommando i passivi di tutti, l'impegno accumulato con le banche e gli istituti creditizi ammonta a 496,5 miliardi di euro. I dati sono riferiti al 2013.

Dal punto di vista regionale le province messe peggio sono quelle lombarde. Al primo posto assoluto la classifica vede le famiglie residenti nella provincia di Monza-Brianza, con un debito di

27.544 euro; al secondo posto quelle di Milano, con 27.505 euro e al terzo posto le residenti a Lodi, con 27.281 euro e al quarto Varese con 25.914. Se Lecco si piazza al 24mo posto con un debito di 21.984 euro va molto meglio a sondrio: 58ma posizione con solo, si fa per dire, 16.551 euro.

“Per indebitamento medio delle famiglie consumatrici italiane - fa notare l’Ufficio studi della CGIA - si intende quello originato dall’accensione di mutui per l’acquisto di una abitazione, dai prestiti per l’acquisto di un auto/ moto e in generale di beni mobili, dal credito al consumo, dai finanziamenti per la ristrutturazione di beni immobili, etc.”

Leggi lo studio integrale: Indebitamento-famiglie

Dall’inizio della crisi (anno 2007) l’incremento del debito medio nazionale delle famiglie consumatrici è stato del 35,1 per cento, anche se dopo il picco massimo toccato nel 2011 le esposizioni sono in calo. L’inflazione, invece, sempre tra il 2007 e il 2013 è aumentata del 13,4 per cento.

“Con l'acuirsi della crisi – segnala il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi – dal 2011 le famiglie italiane hanno preferito indebitarsi sempre di meno, privilegiando il risparmio. Infatti, tra la fine del 2011 e lo stesso periodo del 2013, i depositi sono aumentati a livello nazionale del 12 per cento, con punte del 28 per cento in Trentino Alto Adige e di oltre il 18 per cento nelle Marche e in Emilia Romagna. In buona sostanza, l’esponenziale aumento delle tasse registrato in questi ultimi anni, gli effetti della crisi e la paura che la situazione generale peggiori ulteriormente hanno condizionato le scelte economiche delle famiglie. Meno acquisti, meno investimenti e più risparmi”. Infine l'allarme usura. “La maggiore incidenza del debito sul reddito – conclude Bortolussi – si riscontra nelle famiglie economicamente più deboli: è evidente che con l’ aumento della disoccupazione e la conseguente riduzione del reddito disponibile questa situazione rischia di peggiorare. Non

dimentichiamo, inoltre, che in Italia esiste un ampio mercato del prestito informale che non transita per i canali ufficiali. Vista la forte contrazione degli impieghi bancari avvenuta in questi ultimi anni, non è da escludere che questo fenomeno sia in espansione, con il pericolo che la piaga dell’usura assuma dimensioni preoccupanti”.

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