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Sabato, 20 Aprile 2024
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Colpo di scena a Campione: la Corte d'Appello annulla la sentenza di fallimento del Casinò

Accolti i reclami contro la decisione del Tribunale di Como

La Corte d'Appello di Milano ha accolto i reclami contro il fallimento del Casinò Campione d'Italia, deciso dal Tribunale di Como nel luglio 2018, presentati da Comune, Casinò e Banca popolare di Sondrio: con un clamoroso colpo di scena, è stata dunque annullata la sentenza di fallimento della casa da gioco.
Lo riporta il sito specializzato gioconews.it. 

Come si legge nel dispositivo, la Corte "dichiara la nullità del decreto del Tribunale di Como, pubblicato in data 27/7/2018, che ha dichiarato inammissibile la domanda ex articolo 161 comma 6, L.F., presentata dal Casinò di Campione Spa, nonchè della coeva sentenza n. 92/2018, emessa dallo stesso Tribunale, con la quale è stato dichiarato il fallimento di Casinò di Campione Spa".

Inoltre, "rimette le parti avanti al Tribunale di Como perché, previa rinnovazione dell'atto nullo, si pronunci sulle domande dalle medesime proposte nei termini di cui in motivazione, con onere di riassunzione ex. articolo 353 c.p.c.".

Perchè è stata annullata la sentenza di fallimento del Casinò di Campione

Tra i motivi che hanno spinto a pronunciarsi sulla nullità del procedimento il fatto che non è stato sentito il debitore.

Come scrive gioconews.it, "ove sia stata presentata una proposta di concordato preventivo cd in bianco (...) va rispettato l'obbligo di audizione del debitore ex art. 162 comma 2 L. Fall., per consentire allo stesso di svolgere le proprie difese prima della pronuncia di inammissibilità, salvo che, inserendosi la proposta nell'ambito della procedura fallimentare, il debitore sia stato comunque sentito in relazione alla proposta e abbia avuto di svolgere le sue difese".

Inoltre, "la mancata audizione si riverbera" anche "sulla coeva sentenza di fallimento, pronunciata senza nuova audizione della debitrice, pur in presenza di obbiettive sopravvenienza sulle quali avrebbe avuto diritto di interloquire, se non altro per poterle rappresentare al Collegio decidente, che aveva chiuso l'istruttoria prefallimentare da quattro mesi, anche ai fini di poter contraddire sulla persistente sussistenza dello stato di insolvenza. Il tribunale, a giudicio della Corte, ha pertanto erraro emettendo il decreto di inammissibilità in violazione del diritto costituzionale di difesa, che pure aveva inizialmente garantito con fissazione dell'udienza del 17/9/2018, con conseguente nullità del decreto medesimo, nullità che perciò si comunica (...) anche alla sentenza".

Come riporta sempre il sito specializzato, inoltre, la Corte ribadisce che "debba essere affermata - in accordo con il primo giudice - la fallibilità di Casinò di Campione Spa" e che "non hanno pregio le censure di una delle reclamanti secondo la quale il tribunale avrebbe errato non considerando che le disposizioni della legge fallimentare si applicano solo agli imprenditori che esercitino, in concreto, un'attività commerciale connotata dal cosiddetto lucro oggettivo, ossia dall'idoneità della stessa a produrre utili 'tramite proporzionalità tra costi e ricavi'".

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