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Esodati comaschi: "Incertezze e disagi a pochi anni dalla pensione

Un migliaio di esodati in provincia di Como, è questa la dimensione del problema a Como e provincia. Questa mattina nella sede della Camera del Lavoro di Como un gruppo di lavoratrici e lavoratori della società Artsana di Grandate hanno voluto...

Un migliaio di esodati in provincia di Como, è questa la dimensione del problema a Como e provincia. Questa mattina nella sede della Camera del Lavoro di Como un gruppo di lavoratrici e lavoratori della società Artsana di Grandate hanno voluto raccontare la loro, in molti casi drammatica, esperienza. Nel 2009 Artsana è stata coinvolta in un progetto di riorganizzazione che ha visto la fuoriuscita e il licenziamento di un numero significativo di persone, circa un centinaio, per evitare il licenziamento dei più giovani.

“Nella provincia di Como i cosiddetti esodati sono circa un migliaio - ha dichiarato Alessandro Tarpini, segretario provinciale della Cgil – oltre duecento esodati vengono assistiti direttamente dal patronato della Cgil”. Una situazione di vera e propria disperazione che riguarda lavoratrici e lavoratori per i quali non esiste più alcuna certezza dal punto di vista del diritto. Persone che hanno dai 37 ai 40 anni di contributi maturati, spesso facendo dei lavori molto duri, e che per effetto della riforma Fornero hanno visto svanire qualsiasi prospettiva di certezza sia dal punto di vista della pensione che degli ammortizzatori sociali. Alcuni dei lavoratori e delle lavoratrici presenti all’incontro hanno voluto raccontare la loro drammatica esperienza.

“Praticamente sono otto anni che sono “a spasso”- ha raccontato Roberto Compa – ho una figlia che frequenta l’Università”. Stessa situazione anche per Anna Verrillo: “Io ho già maturato 40 anni di contributi e ad oggi non so quale sia la mia posizione. Sono svanite tutte le mie prospettive, non si può vivere nell’incertezza”. Le fa eco, cercando di trattenere una forte emozione, la collega Antonella Lambrughi : “ Anch’io sono nella stessa situazione e non so quando andrò in pensione”. Lavoratori e lavoratrici che si sono visti slittare la possibilità di accedere alla pensione per un periodo di 40 mesi, ossia tre anni e mezzo, e che sono entrati in una sorta di limbo senza più alcuna certezza per quello che sarà il loro futuro. In qualche caso questi lavoratori si trovano nella condizione di dover addirittura versare contributi volontari, dai 300 agli 800 euro al mese, per un periodo che può arrivare fino ai 40 mesi.

“In una situazione di questo tipo una persona può reggere qualche mese, dando fondo ai propri risparmi, poi la situazione diventa totalmente insostenibile”, ha aggiunto Tarpini. Non va dimenticato che si sta parlando di persone con più di 60 anni che difficilmente riuscirebbero a ritrovare una collocazione nel mercato del lavoro. “Persone che avevano stipulato un patto con lo Stato e che oggi si ritrovano in una condizione di vera e propria devastazione – ha concluso il segretario provinciale della Cgil- il nostro obiettivo è quello di rimettere al centro il tema degli esodati e pretendere che qualcuno ritorni a parlarne”. Il 14 ottobre alle 10.30 nella sede della Camera del Lavoro di Como è prevista una prima iniziativa per permettere agli esodati comaschi un confronto diretto con i parlamentari di Como e i consiglieri regionali che verranno invitati a sollecitare un’iniziativa parlamentare per risolvere al più presto questa drammatica situazione.

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