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Economia comasca, ripresa rallentata: "Colpa del governo incerto"

I dati e l'analisi del presidente di Unindustria Como Fabio Porro

Economia comasca ancora in frenata: a dirlo sono i dati dell’Osservatorio Congiunturale sul secondo semestre 2018, realizzato dai Centro Studi di Confindustria Lecco e Sondrio e Unindustria Como. Numeri che tracciano uno scenario con livelli in decelerazione rispetto a quelli dei primi sei mesi del 2018. 

Il commento del Presidente di Unindustria Como Fabio Porro

A influire anche le incertezze governative, almeno secondo il Presidente di Unindustria Como, Fabio Porro, che commenta così l'analisi: “I dati riguardanti il secondo semestre 2018 sono coerenti con quanto già abbiamo recentemente rilevato nelle analisi rapide mensili: una situazione molto variegata che non ha confermato il primo semestre dello stesso anno, andando quindi ad interrompere un ciclo positivo che si sperava potesse proseguire nel tempo.

È probabile che abbiano influito le numerose incertezze di carattere governativo: troppe fughe in avanti e retromarce hanno creato una diminuzione di fiducia da parte delle imprese. Il pensiero non può che andare alle infrastrutture: quelle digitali previste da un piano industria 4.0 troppo frettolosamente messo in discussione, ma anche quelle fisiche come le grandi opere di cui il nostro Paese e, in particolare, le regioni del nord hanno assoluta necessità. Certamente anche il rallentamento di economie importanti come quella tedesca sta influendo in modo determinante rispetto alla congiuntura non favorevole. Il fatto positivo che tengo a sottolineare sono le previsioni ancora positive per il primo semestre del 2019: gli imprenditori restano inguaribili ottimisti. E guai se così non fosse”

Dopo la fase di crescita registrata per i primi sei mesi del 2018, il periodo luglio-dicembre rivela infatti una decelerazione congiunturale. Le previsioni per i primi sei mesi del 2019 risultano positive e in media si attestano a +3,5%, esprimendo fiducia verso un recupero del terreno perso a fine dello scorso anno. L’attività produttiva, misurata attraverso il tasso di impiego medio degli impianti, registra un rallentamento rispetto a quanto rilevato nei primi sei mesi del 2018, passando da 80,1% di giugno a 74,5% in dicembre.

L'export

Le imprese di Como confermano di essere particolarmente attive sui mercati internazionali; è del 42,5% la quota di fatturato che viene infatti realizzato attraverso l’export. I paesi dell’Europa Occidentale continuano a rappresentare la principale area di destinazione delle merci oltre i confini nazionali, assorbendo il 27,2% del fatturato totale e una quota pari a due terzi dell’export. Gli scambi delle realtà comasche sono dirette anche in Est Europa (4,1%), negli Stati Uniti (3%), nei BRICS (2,1%), in Asia Occidentale (1,7%) e in America Centro-Meridionale (0,8%). Vale anche in questo caso una distinzione rispetto alla dimensione; le realtà con più di 50 addetti realizzano oltre la metà del proprio fatturato (55,8%) attraverso l’export mentre la quota delle imprese più piccole e di oltre un terzo del totale (37,6%).

Il credito

Per quanto riguarda i rapporti tra le imprese di Como e gli Istituti di credito il giudizio prevalentemente formulato è quello di stabilità, comunicato in circa tre casi su quattro. È da segnalare però che nel 25,4% dei casi si registra un peggioramento riguardo alle spese e alle commissioni, alla richiesta di tassi e di garanzie mentre per il 17% del campione è comunicata una minor disponibilità degli Istituti ad espandere linee di credito esistenti o ad attivarne di nuove.

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