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Cronaca

“Sotto il Sant’Anna sono stati sepolti rifiuti inquinanti”

L'arresto di oltre 300 persone coinvolte o gravitanti intorno alla 'Ndrangheta calabrese in Lombardia sta portando, giorno dopo giorno, a scoperte sempre più inquietanti. La ditta comasca Perego Strade – che fa capo a Ivano Perego, uno degli...

L'arresto di oltre 300 persone coinvolte o gravitanti intorno alla 'Ndrangheta calabrese in Lombardia sta portando, giorno dopo giorno, a scoperte sempre più inquietanti. La ditta comasca Perego Strade – che fa capo a Ivano Perego, uno degli arrestati – avrebbe utilizzato materiale inquinante come riempitivo per il sottosuolo del nuovo Ospedale Sant'Anna, costruito al confine tra i Comuni di Como, Montano Lucino e San Fermo della Battaglia. E' quanto sta emergendo dagli interrogatori dei dipendenti e camionisti che hanno lavorato per la ditta e operato sul cantiere dell'ospedale.

Gli interrogatori - Le domande fatte dai detective dell'antimafia milanese stanno ottenendo risposte che costruiscono un quadro quanto mai allarmante che sta gettando paura e scompiglio nell'opinione pubblica comasca. Sarebbe stata una prassi per la Perego Strade l'utilizzo di materiale inquinante come riempitivo. Al posto di essere smaltiti in discarica come rifiuti speciali, i detriti contenenti amianto e bentonite venivano impiegati nei normali cantieri. Tra questi quello dell'ospedale Sant'Anna. “Ricordo in particolare la presenza di diverso materiale pericoloso, in particolare bentonite – ha affermato un dipendente della Perego Strade davanti agli inquirenti – che veniva caricata sui camion e poi da me ricoperta con terra di scavo normale, al fine di occultarne la qualità. Io personalmente mi occupavo di redigere anche i formulari dove inserivo soltanto però il nome e cognome dell'autista e non mettevo nessun'altra indicazione in relazione al materiale trasportato e alla destinazione. Queste indicazioni venivano inserite successivamente dall'autista stesso su indicazione di non so chi”.

Perego Strade e Ndrangheta - La risposta data da un camionista dipinge un quadro inquietante, che durava da tempo: “In tutti i cantieri dove ha lavorato la Perego nel corso degli anni sono stati utilizzati per le opere di riempimento materiali fortemente inquinanti, come eternit e amianto”. Per quanto riguarda il nuovo ospedale la figura che sembra essere il nodo di tutto è Salvatore Strangio che, da quanto emerso dopo il maxi arresto di oltre 300 persone, era riuscito a portare i camion della Perego Strade - che secondo la Dda era gestita da oltre due anni dai clan calabresi – nel cantiere dell'ospedale e aveva contattato altre persone arrestate per associazione mafiosa e attive nel settore del movimento terra.

Omertà per paura - Se è vero che dipendenti e autisti di camion sapevano delle operazioni illecite che venivano svolte sui vari cantieri, viene spontaneo chiedersi come mai nessuno abbia mai denunciato nulla di tutto questo, vista la gravità e i rischi per la salute che potrebbero derivare dall'impiego di materiale inquinante nelle opere edilizie. “E' vero, non ho mai fatto denunce – ha risposto un dipendente – ma se mi comportavo diversamente perdevo il posto di lavoro. D'altro canto soprattutto nell'ultimo periodo, vedendo le facce per me, è stata sempre una mia sensazione, di persone che mi mettevano paura, a maggior ragione mi guardavo bene di parlare”.

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