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Cronaca

Rifiuti campani destinati al nord: perquisizioni anche nel comasco

L’operazione, partita nel 2018, ha portato a 11 arresti in tutta Italia

Non esistono frontiere, né campanilismi regionali, quando si tratta di mettere su un sodalizio criminale. La conferma arriva dal bel gruppo dedito, secondo il Gip di Milano, al traffico dei rifiuti. La “holding” è stata smantellata dai carabinieri forestali di Milano, Lodi, Pavia, Napoli, Reggio Calabria e Catanzaro. Qual è il fatto? Già dal 2018, gli uomini dell’arma scoprono nel Nord Italia diversi capannoni abbandonati e pieni di rifiuti, sembra subito, provenienti dal sud. Ma scoprono anche un tombamento di detriti in una cava di Lamezia Terme.
A partire da questo, i carabinieri sono arrivati a svelare un’intricatissima rete di rapporti fra diversi soggetti criminali, per trasportare e infine interrare al nord rifiuti non smaltiti al sud. Il risultato è che, sempre su ordine del Gip del Tribunale di Milano, le cui indagini sono proseguite nei mesi, si arriva alla perquisizione di 4 fra ditte e impianti di trattamento dei rifiuti nelle province di Como, Trento, Napoli e Catanzaro e vengono sequestrati 4 automezzi utilizzati, secondo l'accusa, per realizzare il traffico.

L'attività di indagine ha portato all'esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 11 persone, alcune delle quali direttamente operanti nel settore rifiuti. Si tratta della prosecuzione dell'operazione Fire Starter, che nell’ottobre del 2018 aveva già portato a diversi arresti, operazione partita da un grave rogo nel gennaio di quello stesso anno, che aveva catturato l'attenzione degli inquirenti, indirizzandola proprio sullo smaltimento dei rifiuti.

Come riferisce NapoliToday, a capeggiare l’organizzazione criminale c'erano soggetti di origine calabrese, tutti con numerosi precedenti penali. Al loro servizio, impianti e trasportatori certificati e autorizzati a operare nel settore dei rifiuti, così da poter nascondere sotto un manto di legalità l'attività in realtà illecita.
Le prove in mano al Gip sembrerebbero inaffondabili, infatti sono anche il risultato di un ampio lavoro di investigazione, attraverso il monitoraggio GPS dei camion e il pedinamento a distanza dei soggetti coinvolti, che ha portato i carabinieri sul luogo dell’interramento di un carico di 25 tonnellate di rifiuti, in una cava di Lamezia Terme, dove alcuni dei soggetti sono stati colti in flagranza di reato.

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