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Cronaca

Paratie, progettisti contro il Comune: "Perizie e scelte arbitrarie hanno stravolto l'opera"

A 48 ore dal vertice milanese che riunirà Governo, Regione, Comune e Autorità di Bacino per tentare di sciogliere il nodo paratie - che non significa riavviare il cantiere a breve - i progettisti originari dell'opera tornano ad attaccare a testa...

Carlo Terragni

Parole durissime che hanno le radici nell'estromissione dei 3 progettisti da parte della giunta Bruni e che arrivano fino ai giorni d'oggi.

"Dal famoso “muro” ad altre varianti sostanziali introdotte al progetto originario attraverso perizie in corso dei lavori si è snaturata in modo sostanziale l’opera iniziale ed i suoi presupposti fondanti - affermano Majone, Terragni e Conti - Così come completamente difformi dal progetto degli scriventi sono state le modalità realizzative adottate (abbassamento della falda mediante sistema well-point in assenza di confinamento perimetrale) che hanno determinato la modifica dei livelli di falda lato terraferma, con le conseguenti problematiche di cedimenti poi lamentate". "In questo percorso - sostengono i progettisti - il Comune di Como ha cercato sistematicamente di motivare con presunti errori/omissioni progettuali le proprie scelte, tanto arbitrarie quanto ingiustificate, che hanno determinato il fermo cantiere e la paralisi della parte più rappresentativa della città: a tale proposito i progettisti originari ribadiscono che il progetto antiesondazione esecutivo del marzo 1998, se realizzato senza stravolgimenti e con corretta conduzione tecnica ed amministrativa dei lavori secondo le normative vigenti, avrebbe consentito di raggiungere nei tempi contrattuali tre obiettivi fondamentali: 1) la difesa dalle esondazioni; 2) la riqualificazione architettonica; 3) la tutela della risorsa idrica attraverso la gestione delle acque reflue che tuttora sversano direttamente a lago e che sarebbero state inviate alla depurazione, previa gestione nelle vasche di “prima pioggia” e vasche volano". "Infine - concludono Majone, Terragni e Conti - dopo gli interventi della struttura di missione “Italia Sicura”, e dell’Autorità di Bacino del fiume Po riteniamo si debba ricordare che il progetto originario aveva ottenuto tutti i pareri favorevoli dagli organi di controllo comunali, provinciali, regionali e nazionali allora preposti alla approvazione e non ha mai trovato attuazione nella sua forma autentica a causa di scelte dell’Amministrazione comunale rispetto alle quali i progettisti originari risultano completamente estranei avendone oltretutto subìto, per anni, evidenti effetti diffamatori".

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