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Intervista ad Alessandra Dolci, magistrato anti-mafia

Determinata, riservata e all'apparenza austera. Parliamo di Alessandra Dolci, magistrato della Procura Distrettuale Antimafia di Milano, considerata il braccio destro di Ilda Bocassini. Dolci è venuta a Como mercoledì sera, nella sede di...

Determinata, riservata e all'apparenza austera. Parliamo di Alessandra Dolci, magistrato della Procura Distrettuale Antimafia di Milano, considerata il braccio destro di Ilda Bocassini. Dolci è venuta a Como mercoledì sera, nella sede di Unindustria, per parlare di mafia e imprenditoria in un incontro dedicato ai giornalisti. Un tema che appare sempre più drammatico e attuale anche alla luce delle numerose inchieste che hanno fatto luce su questa realtà. Alessandra Dolci ha potuto toccare con mano questa realtà partecipando alla nota inchiesta Crimine Infinito che ha portato all'arresto di 300 presunti affiliati alla 'Ndrangheta. Nella sola Lombardia si arrivò a individuare 15 'locali', ossia nuclei strutturati di 'Ndrangheta, che si affidavano a 500 affiliati e al sequestro di beni per oltre 60 milioni di euro. Proprio in questa nota inchiesta si scoprì il legame tra mafia e imprenditoria che portò all'arresto di Maurizio Luraghi, il primo imprenditore condannato al Nord con l'accusa di 416 bis, associazione a delinquere di stampo mafioso. "Rimasi molto amareggiata nel scoprire la collusione di alcuni imprenditori lombardi - ha spiegato la Dolci - Prevalse il pragmatismo nel venire a patti con la 'ndrangheta e noi dovemmo registrare quello che stava avvenendo anche nel resto del Paese ossia l'abbassamento della soglia etica".

Nelle indagini successive sono invece gli imprenditori che vanno a cercare gli 'ndranghetisti per scendere a patti con loro. Una realtà amara che viene combattuta dai magistrati e dalle forze dell'ordine. Dolci lavora al fianco di Ilda Bocassini e da lei dice di aver imparato un forte rigore morale: "Sono onorata di lavorare al suo fianco. è una donna che pretende molto dagli altri ma soprattutto da se stessa, è un esempio per tutti noi". Un lavoro duro quello del magistrato ma che Alessandra Dolci compie con estrema dedizione. "Credo che sia una scelta di vita e che consigliere anche a un giovane studente che deve però continuare a studiare e a coltivare spirito critico". Una carriera che sembrò già segnata sul nascere perché la prima inchiesta di Alessandra Dolci riguardò l'arresto di 3 soggetti calabresi che furono trovati in possesso di 7 chili di esplosivo al plastico. "Evidentemente era nel mio destino occuparmi di questi fatti" ci ha infine confidato il magistrato.

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