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Guai per il palazzetto di Cantù: ritardo di 1 anno e conti a rischio

Guai in vista per il palazzetto di Cantù. Stavolta, però, a dirlo è l’autorità di vigilanza sui contratti pubblici. Potrebbe, infatti, essere compromesso l’equilibrio finanziario del progetto per il palazzetto. Proprio ieri, la società che si...

Guai in vista per il palazzetto di Cantù. Stavolta, però, a dirlo è l’autorità di vigilanza sui contratti pubblici. Potrebbe, infatti, essere compromesso l’equilibrio finanziario del progetto per il palazzetto. Proprio ieri, la società che si occupa della costruzione del palazzetto, Turra S.r.L., ha diffuso la notizia di uno slittamento dei tempi: il palazzetto potrebbe essere completato per la primavera del 2014. Ma a preoccupare l’amministrazione comunale c’è ben altro: “Pur non avendo nessuna responsabilità e avendo segnalato la cosa, ci facciamo carico di questa situazione”, precisa Bizzozero. Per capire la vicenda, però, occorre fare un passo indietro a due anni fa: all’epoca, infatti, sia Lavori in Corso di Claudio Bizzozero (allora minoranza), sia alcuni consiglieri comunali di opposizione del PD e di SEL, avevano manifestato dubbi in merito alla procedura del Project financing per la progettazione, realizzazione e gestione del programma integrato di intervento “Palasport ex Stecav via Spluga”. I due gruppi, però, avevano “protestato” in maniera diversa: Lavori in Corso (in particolare Claudio Bizzozero, Francesco Pavesi, Carlo Sirchi, Ivano Pellizzoni, Aldo Stoppani e Roberto Bruuno, tutti all’epoca consiglieri), aveva inviato una mail alla giunta in data 3 maggio 2011, chiedendo sostanzialmente di rivedere la decisione: “Inviammo la mail per verificare il corretto equilibrio finanziario del progetto, ma non venne presa in considerazione”, spiega Bizzozero. I consiglieri del PD e di SEL (Vittorio Spinelli, Lugi Tagliabue, Salvatore Bruccoleri e Luciano Razzi), decisero invece di inviare direttamente un esposto all’autorità per la vigilanza. Dopo un anno e undici mesi, arriva la risposta. Bizzozero non manca di sottolinearne l’ironia: “L’autorità impiega due anni per dare una risposta, ma a noi ci dà 30 giorni”.

Le criticità emerse

L’autorità, ha sottolineato alcune criticità emerse dall’esame delle carte, in relazione alle modifiche progettuali avvenute in corso d’opera. Tali procedure, si legge testualmente nelle conclusioni del documento: “Non risultano conformi alla normativa degli appalti pubblici”. Per capire questo punto bisogna ricordare che venne effettuata una modifica al progetto iniziale: a causa di alcune esigenze dovute alla sicurezza, i parcheggi che in un primo momento dovevano rientrare in un’area interna, vennero destinati ad un’altra area. Lo spazio rimasto libero venne dunque destinato alla costruzione della piscina. Questa modifica, sostanzialmente, ha portato ad un maggiore onere finanziario per il Comune di Cantù, ma non per la società: “Poiché il contributo indiretto del Comune, quantificato in 14.970.592,00 milioni di euro, resta invariato dopo le suddette modifiche, nonostante il significativo incremento del costo come sopra detto, ciò prova che l’originaria stima dei costi posta a base di gara debba essere considerata del tutto inadeguata”, si legge nel documento. La critica non è tanto alla variazione, ma proprio alla procedura in sé e al fatto che tale contributo non sia stato variato dopo la modifica. Incremento di cui il Comune non ha fornito giustificazione. Altra questione, riguarda la concorrenza. L’autorità: “Censura l’operato del Comune di Cantù, richiamando l’amministrazione all’osservanza della normativa di settore”. L’ex amministrazione Sala, se la cava con una tirata d’orecchi: “Va osservato che l’aggiornamento del progetto ha parzialmente modificato le scelte progettuali già effettuate dall’amministrazione”, si legge nel documento e infine: “In tal senso l’operato dell’amministrazione risulta in contrasto con il principio di immodificabilità delle condizioni di gara e con il principio della par condicio fra i concorrenti”. Tutto sommato, però, l’autorità di vigilanza “giustifica” la scelta dell’amministrazione con l’esistenza del diritto di prelazione.

E adesso?

Sia l’assessore ai lavori pubblici Vincenzo Latorraca che il sindaco Bizzozero si ritengono preoccupati: “Se non fossi sindaco oggi e se lo fossi stato in passato, io credo che ne avrei molti di motivi per non dormire. Se ci sono delle responsabilità personali ne rispondono a titolo personale”. E adesso ? “ L’amministrazione ha l’obbligo di rispondere. Abbiamo già informato Turra per cercare delle soluzioni. Ma nel frattempo il cantiere prosegue”, precisa Latorraca. Adesso, insomma, durante questi 30 giorni tempo, si cercheranno degli strumenti possibilmente insieme a Turra, per cercare di gestire al meglio la situazione e salvaguardare il delicato equilibrio del piano economico finanziario.

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