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Cronaca

Economia comasca: cartolina tragica per Renzi. I numeri che stroncano la mitologia

Ha tratti drammatici - e ben lontani da certe miracolose narrazioni di una ripresa impetuosa e, nei fatti, inesistente - la relazione 2015 sulla demografia d’impresa in provincia di Como basata su dati di fonte Infocamere, desunti dal Registro...

Per quanto riguarda l’analisi per settore delle cessazioni: si conferma la tendenza alla diminuzione del numero assoluto delle cancellazioni in molti settori (agricoltura, attività manifatturiere, costruzioni), ma con l’importante eccezione del terziario che fa segnare invece un incremento delle cessazioni. Per quanto concerne il peso delle cancellazioni sul totale, cresce ovviamente l’incidenza del settore terziario (che passa dal 59,4% al 61,9%), a fronte di un minor peso degli altri settori.

Analizzando la consistenza delle imprese attive per settore di attività, si conferma l’importanza del comparto del terziario, con 26.273 unità attive ed un’incidenza in crescita pari al 61,6% del totale. Seguono le costruzioni (con 7.812 unità e un peso sceso ormai al 18,3%) e il manifatturiero (6.367 imprese, con un’incidenza stabile intorno al 15% del totale). operai-gru-apr16-2In valori assoluti quasi tutti i settori economici flettono, con l’eccezione di quelli relativi alle attività di alloggio e ristorazione e ai servizi alle imprese. Un numero indice a base fissa base 2009=100 aiuta ad interpretare l’andamento dei singoli ambiti di attività. L’indice del totale imprese attive è sceso nel 2015 a 95,3; molto peggio sono andati il manifatturiero e le costruzioni che negli ultimi sei anni hanno perso rispettivamente il 12,5% ed il 14,5% della propria base imprenditoriale attiva. Al di sopra dell’indice medio, si sono situati il commercio (a 96,7 punti, in flessione nell’ultimo anno), i servizi alle imprese (sopra la pari a 102,4), le attività di alloggio e ristorazione (a 105,8 punti). Il comparto dei servizi alla persona, cresciuto molto negli ultimi anni, ha subito un assestamento a 112,0 punti, a dimostrazione che anche quel mercato è saturo in relazione alla domanda di servizi che la popolazione può esprimere. All’interno del settore manifatturiero il comparto più rappresentativo è sempre quello della metalmeccanica con 1.936 imprese attive nel 2015, anche se negli ultimi anni ha perso oltre il 13% di attività. Le imprese del tessile-abbigliamento, pari a 1.238 unità, sono diminuite nello stesso periodo del -6,4%, le imprese del mobile (1.071) sono calate del -10,5%, il comparto del legno-carta (629) ha ceduto il 21,5%, la gomma-plastica (141) -18%. In questo quadro negativo spiccano la chimica con 84 imprese attive (+15,1% rispetto al 2011) e le altre attività (in particolare la “riparazione e manutenzione di macchine”) con 961 imprese (+3,6%). artigiano-genericaLe imprese artigiane

A fine 2015 la consistenza delle imprese artigiane comasche attive è risultata pari a 15.929 unità, in calo del -3,7% rispetto all’anno precedente, performance decisamente peggiore sia rispetto a quella delle imprese nel loro complesso (-1,5%) che al dato lombardo (-1,2%) e a quello nazionale (-1,6%). La base imprenditoriale artigiana comasca continua il proprio ridimensionamento. Guardando l’evoluzione del fenomeno attraverso la creazione di un numero indice con base 2008=100, diventa chiaro come Como, dopo avere retto comparativamente meglio rispetto alla forte contrazione evidente in Lombardia (e anche a livello nazionale) già dal 2009, abbia avuto un tracollo che ha portato ad un calo del -11,6% in sette anni (numero indice 88,4).

Dopo l’annata 2014 che aveva lasciato sperare in un’inversione di rotta, la natimortalità delle imprese artigiane ha ripreso il suo trend negativo. A fronte di una sostanziale stabilità delle cessazioni non d’ufficio, preoccupa l’andamento delle nuove iscrizioni (pari a 951), in caduta libera e sotto il muro delle mille unità, con il conseguente peggioramento del saldo ripiombato a -312. Analizzando i singoli settori di attività, alla fine del 2015 è risultata confermata la prevalenza numerica delle costruzioni (40,1% del totale delle imprese artigiane) con 6.390 unità attive, nonostante il continuo arretramento in atto e il calo su base annua del -6,4% rispetto al 2014 (altre 437 imprese in meno). Nonostante tutto, le imprese artigiane rappresentano ancora l’81,8% dell’universo delle imprese provinciali attive nel settore delle costruzioni.

tessileAnche il comparto manifatturiero ha fatto registrare un nuovo calo: -3,9% in dodici mesi a 4.007 aziende artigiane attive, quasi i due terzi del totale imprese provinciali del comparto. La flessione ha riguardato soprattutto le attività metalmeccaniche (-4,8%), le industrie tessili (-6,6%), l’industria del legno (-4,6%) e la fabbricazione di mobili (-3,1%). Dopo un trend crescente, sono diminuite (-7,8%) anche le aziende attive nella riparazione, manutenzione ed installazione di macchine.

Il terziario, che rappresenta un terzo delle imprese artigiane attive, ha tenuto a fatica: -0,1% e 5.419 unità. Stabile il commercio (con 859 imprese attive). Continuano a diminuire le attività di trasporto e magazzinaggio (-5,2%, 735 imprese), in calo anche l’importante segmento delle altre attività di servizi (-1,9%, 1.822 unità). In campo positivo le altre attività: servizi di alloggio e ristorazione (+2,6%, 435 aziende); i servizi professionali, scientifici e tecnici (+2,4%, 430 unità); soprattutto l’aggregato del “noleggio, agenzie di viaggio e servizi operativi di supporto alle imprese” (+5,6%, 811 imprese), che negli ultimi tre anni ha fatto un balzo del +16,5%. Le imprese giovanili

In provincia di Como erano 3.965 le sedi d’impresa giovanili attive a fine 2015, in calo di 265 unità rispetto al 2014 (-6,3%); il trend delle aziende under 35 è decisamente negativo e peggiore rispetto al totale delle imprese attive (scese del -1,5%). Negli ultimi tre anni, tra il 2012 e il 2015, le imprese attive nel complesso sono diminuite del -5,5%, mentre il numero di quelle giovanili è calato del triplo: -16,3%. Anche nel 2015 le iscrizioni hanno superato le cessazioni (779 contro 437), ma le nuove iniziative sorte nell’anno non hanno compensato l’uscita di quelle che hanno perso la qualifica “giovanile” per il naturale avanzare dell’età degli imprenditori. Per quanto premesso, l’incidenza delle imprese giovanili attive (cioè il peso delle aziende guidate da under 35 nel sistema delle imprese) non può che diminuire: 10,5% nel 2012, 10,1% nel 2013, 9,8% nel 2014, 9,3% nel 2015. Permane il problema del ricambio imprenditoriale, soprattutto nei territori ad alta densità d’impresa, e si pone con forza la questione del sostegno delle imprese giovanili soprattutto con riferimento al credito ed al confronto con la pubblica amministrazione.

Le imprese straniere

In provincia di Como a fine 2015 il numero delle sedi d’impresa straniere attive è risultato pari a 3.838, ancora in calo (come accade ormai da alcuni anni) di 34 unità. palazzo-giustizia-tribunaleI fallimenti

Dopo il massimo toccato nel 2013, i fallimenti dichiarati dal Tribunale di Como sono risultati ancora in calo nel 2015, passando da 149 a 136 sentenze: i dissesti però sono ancora tanti, se si pensa che nel 2008 furono solo 55. L’arretramento dei dissesti si è verificato in tutti i comparti: industria ed edilizia (81 sentenze contro le 86 dell’anno precedente), commercio e servizi (passate da 37 dissesti a 34), altre attività (da 26 a 21) rispetto al 2014 (-0,9%).

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