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La Santa Sede indaga sul prete comasco accusato di abusi sessuali dalle Iene

Nuovi elementi sulla presunta vicenda avvenuta in Vaticano

Nuova indagine in merito ai presunti abusi sessuali in Vaticano che coinvolgerebbero un ex alunno del pre seminario San Pio XI, poi ordinato sacerdote dal vescovo di Como, monsignor Oscar Cantoni, la scorsa estate e attualmente collocato in una parrocchia comasca. Il caso è stato oggetto di un servizio della trasmissione Le Iene di Italia 1. 
Nei giorni successivi era poi seguita una replica del vescovo di Como.

Il comunicato del Vaticano

La nuova indagine è annunciata da un comunicato della Sala Stampa della Santa Sede pubblicato sabato 18 novembre 2017 sul sito della diocesi di Como.

In merito alla vicenda che vede coinvolto un ex alunno del Preseminario “San Pio X”, successivamente ordinato sacerdote si precisa quanto segue. A seguito di alcune segnalazioni, anonime e non, a partire dal 2013 furono compiute, a più riprese, delle indagini sia da parte dei Superiori del Preseminario sia da parte del Vescovo di Como, atteso che la Comunità degli educatori appartiene alla sua Diocesi.
I fatti denunciati, che risalivano agli anni precedenti e che avrebbero coinvolto alunni coetanei tra loro, alcuni dei quali non più presenti nell’Istituto al momento degli accertamenti, non trovarono adeguata conferma.
In considerazione di nuovi elementi recentemente emersi, è in corso una nuova indagine che faccia piena luce su quanto realmente accaduto.

Lo scandalo

Il servizio delle Iene, intitolato "Hanno abusato di me in Vaticano", passava attraverso le presunte testimonianze dirette e oculari di due giovani che sono stati seminaristi nel pre-seminario San Pio XI, proprio all'interno delle mura vaticane.
La Iena Gaetano Pecoraro è andato quindi sulle tracce di un seminarista che proprio in quel luogo avrebbe abusato di alcuni ragazzini. Tale seminarista è stato nominato prete proprio dal vescovo di Como, monsignor Cantoni, la scorsa estate, e poi collocato in una parrocchia comasca. 
 

La lettera del Vescovo Oscar Cantoni

Sempre nella giornata di sabato 18 novembre 2017 monsignor Cantoni ha pubblicato sul sito della diocesi una lettera indirizzata "ai membri della Chiesa di Dio che è in Como e ai loro Pastori".
Di seguito il testo che riportiamo integralmente.


Cari amici,
grande clamore e sconcerto hanno generato in questi giorni i vari servizi televisivi e giornalistici attorno alla diffusione di notizie, di comportamenti ambigui, attribuibili a un nostro sacerdote nel tempo dei primi anni della sua formazione. Ne è scaturita, da una parte, tanta tristezza e sofferenza e, dall'altra, anche qualche perplessità, a seconda dell'interpretazione di ciascuno.
Sulle pagine del Settimanale dello scorso numero, come su altre testate giornalistiche, la Diocesi ha voluto precisare con chiarezza e determinazione quanto era necessario sottolineare, a partire dagli elementi accertati, di cui finora si è a conoscenza.
Ringrazio di cuore quanti, sacerdoti, religiose e laici, hanno espresso la loro solidale vicinanza e manifestato la loro solidarietà, riconoscendo i metodi brutali e aggressivi con cui certe trasmissioni televisive hanno tentano di estorcere dagli interessati le loro dichiarazioni, manipolandole al fine di consolidare le proprie tesi e di generare un clima di sospetto sulla Chiesa intera.
Come pastore di questa Comunità cristiana ho il dovere innanzitutto di esprimere una paterna solidarietà verso tutti gli interessati al caso, da quanti hanno raccontato la loro esperienza, a quanti sono già stati di per sé giudicati, umiliati e incasellati. 
Sento la necessità di essere vicino alle comunità cristiane in sofferenza e che si interrogano sulla veridicità o meno di quanto i mass media ostentano con tracotante sicurezza. 
Avverto, però, anche vivo il compito di educare il popolo di Dio a “trarre profitto” da questa situazione, nella certezza che «tutto concorre al bene di coloro che amano Dio» (Rm 8, 28). Occorre, infatti, imparare a “trovare  Dio” dentro tutte le situazioni, anche le più dolorose, quelle che generano amarezza, suscitano interrogativi inquietanti ed espongono i singoli e la Chiesa intera al pericolo di facili critiche, non ultimo una perdita di fiducia.
Il primo atteggiamento da sottolineare è di guardare in faccia alla realtà, senza paura, con grande serenità, senza ricorrere al vano tentativo di nascondere alcunché, senza nemmeno dare l'immagine di voler minimizzare le notizie (vere o tendenziose che siano!), per giungere alla certezza della 
verità, proprio come insegna Gesù dentro le pagine del Vangelo di San Giovanni: «Chi opera la verità viene alla luce» (Gv 3,21).
Le notizie scandalistiche, che in questi tempi hanno coinvolto, purtroppo, alcuni uomini di Chiesa, hanno generato, in certa opinione pubblica, una frequente perplessità riguardo all'operato della Chiesa stessa e di quanti la rappresentano. Notizie “ghiotte”, queste, per certa stampa, anche locale, che oscurano o vorrebbero far dimenticare troppo facilmente l'impegno della maggioranza, che testimonia, invece, da sempre, una dedizione generosa, responsabile e pienamente oblativa a servizio di tutti, compresi i ragazzi e i giovani. Non possiamo dimenticare il servizio diuturno dei tanti sacerdoti, religiosi, religiose e laici, che nella fatica quotidiana si impegnano nella grande opera della evangelizzazione, a servizio degli altri. 
Evitiamo, quindi, ed è il secondo atteggiamento, di coltivare quei sentimenti di sospetto e di allarme, tanto presenti nei mass media, che vorrebbero inculcare una permanente e diffusa “caccia all'untore” di manzoniana memoria. Piuttosto, aumentiamo la stima  e la fiducia verso tutti gli operatori ecclesiali, offrendo loro una vicinanza affettuosa e grata per il loro operato, spesso poco gratificante e apparentemente infruttuoso.
Da ultimo, non dimentichiamo mai la raccomandazione di Papa Francesco che invita a pregare per tutti i sacerdoti, qualunque sia la loro condizione. È il Signore che ha voluto che anch'essi fossero rivestiti di debolezza «per sentire giusta compassione per quelli che sono nell'ignoranza e nell'errore» (Preghiera del Santo Padre Francesco per il Giubileo straordinario della Misericordia). 
Con questa consapevolezza tutti ci sentiamo “umili servitori nella vigna del Signore”, responsabili gli uni degli altri, caritatevoli, «gareggiando nello stimarci a vicenda» (Rm 12,10), pronti a condividere le gioie e le fatiche dei fratelli, inseriti come siamo gli uni negli altri, proprio come si addice a chi, per il dono del Battesimo, fa parte dell'unico corpo, divenuti una sola cosa in Cristo, unico capo.
È quanto ho meditato in questi giorni non facili e che offro alla riflessione personale e comunitaria, mentre assicuro a tutti la mia supplice preghiera e chiedo per ciascuno la benedizione del Signore.
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Il vostro vescovo
+ Oscar

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