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Editoriale Viale Varese

Como: se la Ticosa torna al Comune e viale Varese finisce ai privati

Mentre si recupera un'area strategica si rischia di perderne un'altra

Si fa prima a riportare un maxiparcheggio in Ticosa o si fa prima a rifare un parcheggino in viale Varese? Se è vero che il sindaco Landriscina è fiducioso che entro il 2019 si possa tornare a parcheggiare in Ticosa, non si capisce su quali basi il Comune di Como debba concedere a un privato un'area strategica come quella di viale Varese per ottenere qualche stallo in più. I fautori del progetto, per rafforzarne la bontà, sostengono che l'operazione porterà in dono la riqualificazione di tutta l'area. Tesi però debolissima: in primis perché il restlyling resta nella sua sostanza ancora tutto da capire; in seconda battuta perché allo stato attuale viale Varese, che di certo non può essere inserita nelle zone degradate di Como, ha solo bisogno di un po' di sana manutenzione. La stessa battaglia a testa bassa di Confesercenti, che attraverso una raccolta firme si è posta tra i più fieri sostenitori del progetto Nessi & Maiocchi, porta a una domanda quasi scontata: sono più interessati al nuovo vestito di viale Varese o alla sua nuova giacchetta con tante strisce blu?
Ma torniamo al punto. Dopo aver appena riconquistato la Ticosa, entro la fine di luglio Palazzo Cernezzi dovrà quindi pronunciarsi: l'ampliamento dei parcheggi di viale Varese è una questione di interesse pubblico per la città? Alla luce dei fatti ci vorranno argomentazione di ferro per dire sì a 86 posti auto in più (forse anche meno, dipende da quanti alberi verrebbero sacrificati), con conseguente ma non secondaria cessione ai privati per trent'anni di viale Varese, quando a 200 metri di distanza si intravvede la possibilità di averne parecchie centinaia in più senza ingolfare ulteriormente di auto il girone a ridosso delle mura. Nella migliore delle ipotesi, l'allargamento di Viale Varese sarebbe una toppa, non certo una visione strategica per la città.
Ma mettiamo pure il caso che questa toppa sia proprio indispensabile: per quale motivo - perché un no anche in questo caso va giustificato con altrettante argomentazioni di ferro - il Comune di Como non procede con un progetto autonomo? Alla fine si tratta di realizzare qualche parcheggio in più, non certo di costruire un grattacielo di trenta piani sul lago di Como, e di rendere irreversibile e pubblico il futuro di viale Varese. La battaglia in consiglio comunale sarà aspra, non solo tra opposte fazioni. Quel che si chiede alla politica, però, è di provare a guardare, almeno per una volta, all'interesse generale di Como, al bene dei suoi cittadini con un occhio lungo, magari persino capace di osservare la città oltre l'urgenza di oggi.

Un momento per riflettere su tutta la questione è atteso già domani: giovedì 26 luglio, alla Biblioteca comunale di Como, alle 20.30, si terrà un dibattito pubblico al quale parteciperanno, tra gli altri, Vincenzo Bella, assessore alla Mobilità, Marco Butti, assessore all’Urbanistica, e Amelia Locatelli, assessore alla Partecipazione. 

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