rotate-mobile

Dario Alemanno

Responsabile

Il turismo è una grande risorsa, ma chi amministra il territorio e le infrastrutture ne è all'altezza?

L'economia del territorio è cambiata e tutti devono avere la possibilità di beneficiarne

C'è chi proprio non si capacita di questo cambio di pelle dell'economia comasca. Da zona di grande operosità produttiva il nostro territorio è diventato un bellissimo e ambitissimo giardino per trascorrere le vacanze. Cosa che rappresenta un'indubbia risorsa economica. Non si capisce, però, perché qualcuno vorrebbe che restasse una risorsa solo per vecchie e consolidate "caste" imprenditoriali, come albergatori ed esercenti. Quando Como era la patria del tessile mondiale a beneficiarne erano decine di migliaia di famiglie comasche grazie ai numerosi posti di lavoro disponibili nelle tessiture e tintostamperie. Perché non deve essere così ancora oggi? Chi ha avuto la possibilità o la fortuna di acquistare un'immobile in centro storico o in zona lago ha pensato bene di metterlo a rendita affittandolo ai turisti. E' la stessa identica cosa che è sempre successa più o meno in tutte le località turistiche italiane. Piccoli centri marittimi o montanari che non avevano chissà che economia, all'improvviso sono stati scoperti come mete per vacanze e così anche i piccoli proprietari di case si sono trovati improvvisamente "ricchi". Provate oggi ad andare in una località sciistica e lamentarvi del troppo turismo, dei prezzi troppo alti e della carenza di case in affitto a lungo termine. Penserebbero che siate matti.

Eppure la visuale cambia se si parla di Como o di altre città che di recente hanno visto un boom di affluenze turistiche. Improvvisamente diventa necessario porre un freno al dilagare delle case vacanze e al numero stesso di visitatori perché il traffico è al collasso, i parcheggi sono pochi, i mezzi di trasporto scoppiano, i prezzi nei bar e ristoranti sono impazziti e, dulcis in fundo, la sera c'è troppo chiasso nelle vie e piazze del centro.

Invece che incolpare il turismo forse bisognerebbe pretendere da chi amministra il territorio e le infrastrutture maggiore efficienza e interventi di adeguamento. Meno cantieri in primavera ed estate e più mezzi di trasporto, tanto per cominciare. Migliori collegamenti tra parcheggi di cintura e il centro. Più cestini della spazzatura, più passaggi dei netturbini per svuotarli. Facilitare le prevendite online dei biglietti di bus e battelli e aumentare le corse negli orari serali, anche fino a tarda notte. Più disponibilità di taxi. 

Poi, se proprio si vuole evitare che il turismo cresca ulteriormente, si può sempre continuare così: evitare di organizzare grandi eventi di risonanza internazionale, limitare le mostre a quelle permanenti dei musei civici, non consentire grandi concerti con nomi che richiamino largo pubblico. Lasciamo pure che Como resti solo un piccolo grande ristorante diffuso a cielo aperto. Ma sarà difficile che i turisti smettano di arrivare. Infatti, benché il territorio non stia facendo niente per attrarli, il turismo non si ferma. E così fioriscono continuamente nuove strutture ricettive. E di questo è merito anche dei privati.

Se poi adesso gli affitti a lungo termine costano troppo in centro per colpa delle case vacanze, ci si può sempre spostare a vivere nei quartieri, come Rebbio, Sagnino, Albate e Camerlata. Del resto, stando alle promesse da campagna elettorale dei politici che si sono alternati alla guida della città negli ultimi vent'anni, questi quartieri dovrebbero essere ormai diventati vere e proprie oasi residenziali, servitissime da ogni punto di vista. O no?

Il turismo è una grande risorsa, ma chi amministra il territorio e le infrastrutture ne è all'altezza?

QuiComo è in caricamento