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Mercoledì, 17 Aprile 2024
Editoriale

Landriscina e una squadra in perenne fuorigioco

Il ripescaggio di Pettignano con la nuova maglia è il punto più basso della storia politica di Palazzo Cernezzi

Se c'è qualcuno che ha vissuto una vita facendo dell'emergenza un'eccellenza, quello è Mario Landriscina. Come noto, prima di diventare sindaco è stato a lungo a capo del servizio 118 di Como. Alla politica Landriscina ci è arrivato come salvatore della patria, con il compito di rianimare il centrodestra per portarlo alla conquista della città. Fin qui tutto bene, elezioni vinte senza troppi affanni. Poi tocca governare la città e l'emergenza torna subito a far parte del quotidiano di Landriscina. Con la differenza che a Palazzo Cernezzi l'emergenza più che risolverla la si crea internamente grazie a un'equipe che fin da subito appare quanto mai disgregata e senza linee guida certe da seguire. Pare che ognuno navighi a vista, coltivando (male) il proprio orticello con il "primario" spesso incapace di far la voce grossa. Quando si fa sentire, salvo poi cambiare idea più avanti, lo fa per annunciare la sua rinuncia a un secondo mandato. Eppure a tutte le conferenze stampa Landriscina si presenta come l'uomo dell'unione, come colui che cerca sempre il consenso allargato anche quando il Comune più che aula istituzionale si fa pollaio. 
Per quanto la politica sia capace dei peggiore miracoli, l'idea di Landriscina tirato per il camice stride con la storia dell'uomo. Ma lo spettacolo al quale si assiste ormai da mesi è questo. Il culmine si è avuto ieri con le dimissioni da assessore di Francesco Pettignano e il suo immediato reingaggio in giunta con la nuoca casacca dei Fratelli d'Italia. Un fatto del genere, almeno a Como, non si era mai visto. E' un po' come se durante un derby, non durante il campionato, un giocatore dell'Inter passasse al Milan e l'arbitro accosentisse il cambio casacca senza nemmeno fermare la partita. Surreale, no? Invece è successo e senza che nessuno se ne sia fatto il minimo problema. Così impegnati nei loro piccoli giochi da corridoio, i partiti di maggioranza si fanno beffa dei cittadini tutti. Di chi li ha votati, ma anche di chi assiste non "colpevole" a questa orribile storia politica in cui tutto è perennemente in fuorigioco. Toccato il fondo, ci si chiede se questa squadra potrà mai risalire la china. Sensa sussulti d'orgoglio, di quelli da uomini, la sconfitta è sempre più vicina. Di certo, continuando su questa strada, si rischia di fare la stessa fine che ha fatto la Nazionale di Ventura. Nei prossimi giorni vedremo se Landriscina sarà in grado di fermare l'emergenza o solo la sete dei partiti, in caccia di nuovi posti da titolari in una squadra fallossissima. Squadra che forse non è mai (e mai sarà) quella che avrebbe voluto Landriscina. 

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