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Editoriale

Como, tra lo sfarzo di Villa Olmo e la mestizia di viale Varese

Le due facce di una città Cenerentola in cerca di un bacio eterno

La Como che va in scena in questi giorni è quasi surreale. Da una parte quella hollywoodiana, con le fashion week firmate Dolce & Gabbana e i set cinematografici, dall'altra quella che si scanna per i parcheggi di viale Varese. Due facce della stessa medaglia che quasi si ignorano, vivendo ognuna la propria realtà. Investita suo malgrado da un momento magico, la città, pur stringendo in pugno la chiave d'oro del suo riscoperto appeal, sembra ancora intrappolata nella gabbia delle sue eterne debolezze. Si procede tra tentativi (vedi il nuovo infopoint) e proclami randon sul nostro glorioso futuro legato ai grandi eventi. Ci eccitiamo per Villa Olmo griffata (anche se rimane da capire se il prezzo era giusto) con la stessa foga con cui alcuni pensano di risolvere l'eterno problema della viabilità in città lottando "per un pugno di parcheggi" senza la regia di Sergio Leone.
Alla base manca sempre una visione globale, non solo capace di mettere tutto insieme ma anche in grado di mostrare una città adulta tutto l'anno. Occorre, oggi più che mai, un'idea politica per il futuro, un pensiero alto che non ci faccia sempre vivere in emergenza convinti che basti un po' di luce per spegnere il buio che ci circonda. Le contrapposizioni fanno parte della vita civile, della democrazia, ma il bene per il futuro della città passa solo attraverso un progetto condiviso. Non può diventare tutto una guerra di bandiera o peggio un interesse di categoria per sfamare le pance di turno. Gli appetiti passano e alla fine si corre il rischio di avere una tavola apparecchiata male e forse anche vuota. Ci aspetta una sfida difficile, ma la differenza tra accettarla o gettare la spugna tirando a campare è enorme. Se ci addormentiamo la sera sulle passerelle di D&G a Villa Olmo, rischiamo di svegliarci il mattino sui gonfiabili di viale Geno. 

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