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Editoriale

Como, tutta calce e martello

Tra un colpo per la villa milionaria e un muro alla Santarella

Como è una città davvero piena di contraddizioni. Ricca di luci e ombre. Di polvere di stelle e polvere di calcinacci. In estrema sintesi, una città tutta calce e martello. La calce è quella utilizzata nei giorni scorsi per erigere un muro alla Santarella; il martello è invece quello che ha battuto l'ultima offerta con cui l'imprenditore comasco Paolo De Santis si è aggiudicato Villa Passalacqua, messa all'asta lo scorso ottobre dal vecchio proprietario, il banchiere James Cantwell.
Stridori moderni di una città che si muove a due velocità: quella imprenditoriale, che nel settore alberghiero viaggia come una Ferrari, e quella politica, che in campo sociale sembra camminare come una tartaruga se non addirittura muoversi come un gambero. Così se da una stiamo vivendo una sorta di età dell'oro, con acquisti milionari che certamente spingono il territorio verso un'eccellenza turistica da primato mondiale, dall'altra siamo tornati invece all'età della pietra, letteralmente.
Il quadro è quantomeno disorientante e davvero non si capisce come una territorio così pieno di risorse non sia capace di dare risposte coerenti alla situazione sociale. Chiudere strutture, alzare muri o erigere steccati di filo spinato vuol dire non avere voglia di risolvere il problema. Perché cercare di rispengerlo, costruendo barricate, non sarà mai una soluzione. Siamo diventati famosi nel mondo per i matrimoni di lusso - tra pochi giorni tutta Bollywood si trasferirà a Villa Del Balbianello e persino il premier Conte ha dovuto rispondere di questo fenomeno ai cronisti indiani. Ma siamo assurti alle cronache nazionali, e non solo, anche per alcune posizioni di intolleranza nei confronti soprattuto dei sentatetto.
Si può essere regina dell'ospitalità di lusso e al tempo stesso Cenerentola dell'accoglienza ai più bisognosi? Per fortuna sono in molti a porsi la domanda e in fondo lo stesso De Santis, anche attraverso la sua creatura Officina Como, siamo certi che immagini per il futuro una città "hospitable" a 360°. 

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