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Non è un paese per vecchi

Gli anziani al tempo del coronavirus

Abbiamo citato il film dei fratelli Coen molte volte, forse anche troppe e qualche volta persino a spropositito. Però mai come in questa occasione No Country for Old Men, il romanzo di Cormac McCarthy da cui è tratta l'omonima pellicola, sembra perfettamente sintetizzare uno dei problemi legati all'emergenza dei giorni del coronavirus. Tra tante incertezze c'è infatti un dato che lascia pochi dubbi: gli anziani sono la categoria più esposta, sia dal punto di vista sanitario sia da quello sociale.

La questione sanitaria

I dati parlano chiaro, l'età e le patologie pregresse sono due delle condizioni che rendomo il Covid-19 particolarmente pericoloso, in diversi casi addirittura mortale. Non è un segreto che l'età media delle persone fin qui decedute, positive al coronavirus, si aggiri intorno agli 80 anni. Da qui si è diffusa una voce, assolutamente falsa ma a cui in molti ancora vogliono credere: ovvero che il virus cinese attacca solo gli anziani. Anche fosse vero - ma non lo è ed meglio ribadirlo ancora una volta - la maggioranza delle persone che ha creduto a questa brutta favoletta non si è sentita in dovere di proteggere nemmeno i propri nonni o i propri genitori. Una dimostrazione di egoismo sfacciato e sprezzante, figlio di una informazione ricamata a piacere su un unico modello: "io". Per qualche settimana ci ha fatto comodo pensare che fosse solo un problema degli anziani, ma anche quando si è capito che il coronavirus è un problema di tutti e che gli ultrasettantenni  sono per questo ancora più in pericolo, in molti non hanno combiato le proprie abitudini e hanno continuato a comportarsi come se niente fosse. Magari facendosi uno spritz la sera e portando la mattina i propri figli dai nonni, che saranno anche vecchi ma quando le scuole sono chiuse fanno sempre comodo.  

La questione sociale

L'altro grande problema è quello della chiusura alla visita dei parenti intrapresa da molte case di riposo Una situazione che pone così gli anziani a dover affrontare un lungo periodo di isolamento dai propri affetti. La restrizione di questi giorni è assolutamente giustificata ma ciò non toglie che per molte persone ricoverate nelle Rsa sia un momento molto difficile, dove anche quei pochi attimi con le persone più care sono negati per non mettere in pericolo la loro già precaria salute. Non dimetichiamo poi i molti anziani ricoverati negli ospedali e nemmeno quelli che vivono soli e che in questi giorni rischiano di rimanere ancora più isolati. Non dimentichiamolo quando facciamo i capricci perché non possiamo fare l'aperitivo o non possiamo andare a sciare per qualche settimana. Ma non dimentichiamolo soprattutto quando tutto questo finirà. Quando non ci saranno più scuse per stare a distanza dai nostri vecchi. 

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