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Truffe agli anziani: ecco come funzionano e come prevenirle

I consigli dei carabinieri di Cantù

La truffa agli anziani è una delle più vergognose, perché ci colpisce in un momento di fragilità emotiva e perché a volte chi la subisce non riesce a superare il dramma di essere stato ingannato, che viene percepito come un “essersi lasciato ingannare”, più che come un torto subito.

Come funziona

La più comune truffa agli anziani è quella del finto carabiniere: una coppia di malviventi si fa aprire casa suonando il campanello in due momenti distinti. Il primo si presenta come un dipendente comunale e si fa accompagnare nell’appartamento con diversi pretesti (il più usato è un controllo sul corretto smaltimento dei rifiuti). Il secondo uomo arriva poco dopo e si spaccia per un maresciallo dei carabinieri in abiti civili, che necessita di effettuare un sopralluogo visto che nella zona sono appena avvenuti dei furti. “L’anziano - spiegano i carabinieri -, solo in casa con due estranei e incalzato dal finto maresciallo che gli rivolge insistenti domande, si fa facilmente distrarre, consentendo all’altro individuo d’impossessarsi del contante e dei gioielli, per poi fuggire con il complice”. O ancora: “i malviventi si presentano come carabinieri (in abiti civili) e, dopo aver avuto accesso all’abitazione, fingono un precedente furto ai danni della stessa vittima, riferendo di aver arrestato un gruppo di nomadi con refurtiva della quale devono accertare la provenienza. Con tale pretesto si fanno mostrare dall’ingenua vittima il denaro e i preziosi, che vengono quindi facilmente rubati”. Altra variante è il falso avvocato, che è forse il più becero di questi inganni, poiché fa leva sui rapporti famigliari, costringendo l’anziano ad agire in fretta per non mettere nei guai le persone che ama: “I malfattori contattano telefonicamente le vittime, chiedendo loro denaro come risarcimento per inesistenti incidenti stradali o per pagare una falsa contravvenzione o, peggio ancora, per risarcimento i danni causati da un loro familiare, che dicono essere in arresto. I malviventi spiegano alla vittima che il congiunto potrà essere liberato solo in seguito al pagamento di una somma da consegnare nelle mani di un sedicente avvocato”.

Come difendersi

Il consiglio più immediato è quello di diffidare di sedicenti poliziotti che si presentino in abiti civili, anche se mostrano il tesserino. In ogni caso, avvisare sempre il 112 se qualcuno arriva alla nostra porta volendo entrare con qualunque qualifica o pretesto. Attraverso le forze dell’ordine, sarà quindi verificato se chi bussa è veramente autorizzato a farlo.

E se qualcuno vi chiama chiedendovi con qualunque motivazione di preparare dei soldi da consegnargli o di dargli bancomat e codice, diffidate assolutamente! Anche in questo caso avvisate subito le forze dell’ordine: oltre a non subire la truffa, magari aiuterete a sventare una banda che si approfitta dell’ingenuità e della fiducia di tante persone.

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