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Quando la truffa viaggia via Facebook: Andrea racconta la sua vicenda

Uno schema ben rodato dove per poco non casca anche sua mamma, una signora di 74 anni

Proprio in questi giorni si è parlato di varie truffe, a discapito degli anziani, come gli uomini che, a Como, si travestivano da carabinieri per ottenere la fiducia di anziani sprovveduti e fiduciosi. Ma online la possibilità di inganno, come si sa, è ancora maggiore, specie per chi magari non ha dimestichezza con le nuove tecnologie, l'e-commerce e gli acquisti in rete. 

A contattarci per metterci in guardia sulle truffe via Facebook è un nostro lettore di Inverigo, Andrea di 43 anni. Dopo aver visto come alcuni uomini hanno cercato di adescare sua madre, Antonietta di 74 anni, che vive con lui, ha voluto segnalarci  il modo in cui, secondo le sue ricerche, si muovono questi veri e propri delinquenti che invadono la rete e specialmente i social.

«Sicuramente, spiega Andrea, avranno preso di mira mia mamma anche in base all'età: è più facile, per intenderci, che siano le persone più anziane a cascarci, un pò per buonafede un pò per la poca dimestichezza col web»

Questa persona, tale Safta Alam, che cambia nome, foto  e anche sesso molto spesso (ndr. abbiamo gli screenshoot a dimostrarlo), ha contattato la signora via messenger su Facebook, chiedendo se avesse bisogno di un prestito. Antonietta ha risposto (solo per cortesia, come ha spiegato al figlio) che non le interessava ma l'uomo si è dimostrato da subito molto insistente. Quindi la signora ha rivelato al figlio, Andrea, che c'era questo tale che le scriveva e da lì è riuscito a scoprire come aveva intezione di truffare la madre e come, presumibilmente, potrebbe aver fatto con altre persone. Lo schema è sempre lo stesso. 

Cercano donne/uomini over 65 e gli propongono un prestito (soprattutto piccole somme). Se il povero malcapitato mostra un minimo interesse o anche solo risponde, gli viene chiesto il numero di telefono "quello dove riceve i Whatsapp". La scusa è che la banca li deve contattare direttamente e che loro sono solo "intermediari". A quel punto cominceranno una serie di messaggi "incrociati": via WhatsApp la fantomatica Banca (da un numero che scopriremo poi essere straniero, della Costa D'Avorio, il cui prefisso è +225) e via messenger sempre Safta Alam. Ovviamente la comunicazione avviene esclusivamente via messaggi, mai una telefonata. 

L'insistenza via web e con WhatsApp

Le comunicazioni incrociate diventano tantissime: da un lato la fantomatica banca via WhatsApp, dall'altro l'intermediatore via messenger. 

Una volta concordata la cifra che si necessita in prestito (poniamo 5000 euro), per attivare il servizio sono stati chiesti (in questo caso) 250 euro, come una sorta di cauzione e attivazione. Con un martellamento incessante, fanno credere di aver versato o di stare per versare sul tuo conto IBAN (di cui arrivano a chiederti il numero) ma che senza i 250 euro di attivazione la transazione non può avvenire. In questo caso, ricordiamolo, il figlio Andrea aveva preso la situazione in mano e non è stato dato nessun numero di conto bancario. 

«Questi 250 euro, spiega Andrea, vengono richiesti tramite un trasferimento di denaro con Western Union, e viene dato un altro nominativo a cui intestarli, che non c'entra nulla con le banche ne tantomeno con Safta Alam, che è chiaramente un nome-copertura che usano via Facebook». Alla fine della fiera questi truffatori cercano di farsi spedire denaro con Western Union, spesso in Costa D'Avorio o in paesi molto poveri. La loro insistenza, dopo appena una risposta, è davvero sconvolgente e immaginiamo possa mettere in difficoltà una persona anziana che magari non ha la possibilità, come Antonietta, di chiedere al figlio o che vive da sola. 

Riconoscere questi malintenzionati in realtà è facile:

1) Non scrivono bene in Italiano, troverete molti errori, anche elementari

2) Non avrete quasi certamente amici in comune e spesso i loro messaggi arriveranno diretti sulla cartella Spam

3) Controllate sempre il loro profilo, sono talmente spudorati che non nascondono nemmeno bene da dove vengono e spesso scrivono con l'alfabeto arabo.

«Vi sembrerà impossibile cadere nella trappola, ma sono più astuti di quello che sembra, perchè selezionano bene le loro "vittime". Quindi se i vostri genitori o nonni, non più giovanissimi e non con grande dimestichezza del web, hanno un profilo Facebook, spiegategli bene di non accettare questo tipo di proposte e come bloccare i molestatori. Oltretutto potrebbero esserci persone, anche under 65, con necessità di denaro e che magari potrebbero cascare in questi tranelli per disperazione»

Il nostro lettore, dopo aver bloccato e segnalato Safta Alam ci ha detto che si recherà dalla polizia postale con gli screenshot delle varie conversazioni, pur sapendo che difficilmente si arriverà ad individuare il vero approfittatore. 

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