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Attualità Via Bernardino Luini, 23

Scotti Giocattoli, a Como un secolo di sogni e passioni per grandi e bambini

Da quattro generazioni le vetrine del negozio di giochi di via Luini affascinano comaschi e turisti

Un angolo di paradiso per i bambini in pieno centro storico a Como: alzi la mano chi passando davanti alle vetrine dello Scotti Giocattoli di via Bernardino Luini non si è fermato almeno un attimo a contemplare le vetrine luccicanti, piene di bambole, macchinine, peluches e ogni meraviglia che menti infantili (e non solo) possano immaginare.

Scotti: giocattoli a Como da quattro generazioni

L'anno prossimo il negozio storico, riconosciuto come tale dalla Regione Lombardia, compirà 100 anni: è stato infatti fondato nel 1920 da Giovanni Scotti, sempre in via Luini ma qualche metro più avanti verso piazza Boldoni. All'epoca vendeva un po' di tutto, anche perchè i giocattoli erano considerati un bene di lusso, erano fatti in legno o metallo e il prezzo non era certo abbordabile per quei tempi come quello dei moderni balocchi in plastica.

Dal fondatore il negozio passò alla figlia Anna Scotti, sposata in Siddi, che mantenne però il nome originario, dopodichè al figlio Giuseppe e al nipote (attuale proprietario) Marco Siddi. E' proprio lui con la mamma Piera che ci accoglie in negozio (che da una decina d'anni si è spostato nella location attuale, il palazzo di tre piani del XVI secolo) per raccontarne la storia. Una storia che si intreccia con quella dell'evoluzione del mondo dei giocattoli e delle abitudini dei comaschi

Scotti Giocattoli a Como

"Ci siamo specializzati nei giocattoli circa 50 anni fa- racconta Marco -e abbiamo visto passare migliaia di bambini. Una volta il bambino sceglieva il gioco in negozio insieme ai genitori tra quello che trovava in esposizione. Adesso i piccoli vedono le cose su internet e arrivano già con le idee ben precise. Oppure arrivano i nonni con la foto direttamente sul telefonino. Abbiamo vissuto il boom delle prime macchine radiocomandate - ricorda Marco- poi quello dei videogiochi e dei droni. Ci sono, poi, articoli che non passano mai di moda, come i peluches, le bambole e le macchinie o gli intramontabili Lego. E i primi robot, come Mazinga, che costavano molto ma che tutti volevano".

La concorrenza del web e dei supermercati

In tempi in cui tutto è a portata di click, la domanda viene spontanea: come fa il negozio a resistere oggi alla concorrenza sempre più spietata di Internet e centri commerciali?
"Con la grande esperienza e la posizione. E grazie ai turisti, chè Como vive col turista": non ha dubbi la signora Piera. "I turisti sono in vacanza, quindi spendono più volentieri e non hanno il tempo di pensarci: se una cosa piace, la comprano subito. Acquistano anche articoli che il mercato italiano magari non chiede più - spiega Marco, che a proposito della concorrenza continua -Rispetto al supermercato noi abbiamo sempre novità, mentre per quanto riguarda il web...lì quello che funziona è il prezzo più basso, ma la merce che viene venduta non sempre rispetta le norme europee, ci sono prodotti falsificati che possono essere pericolosi, cui si aggiungono differenze di imballaggio e di traduzione in italiano delle istruzioni".

Giocattoli: una passione non solo per bambini

Ma adesso cosa piace ai comaschi? 
"Si seguono le mode con i personaggi del momento più pubblicizzati- spiega ancora Marco - ma stanno tornando tantissimo, soprattutto per gli adulti, i giochi in scatola, giochi di società di strategia, che è una cosa che ci dà molta soddisfazione. Vuol dire un ritorno alla socialità, alla tradizione: è l'evoluzione del videogame ma con davanti una persona vera".
E Marco di videogiochi se ne intende: anni fa aveva aperto in piazza Volta uno dei primi negozi di videogames, che rimase attivo per una decina d'anni. Tanti gli appassionati, compreso un cliente che nel novembre 2002, quando il lagò esondò in piazza Volta, arrivò in negozio in canoa per comprare uno dei suoi videogiochi preferiti (la foto nella gallery).

Già, gli adulti: perchè i giocattoli stanno diventando sempre più un affare "da grandi", come conferma Marco. "Sono tanti gli adulti che vengono e comprano per sè, non soltanto per i bambini. Giochi in scatola o pezzi da collezione, come i Puffi o le carte rare dei Pokemon".
"Perchè siamo tutti bambini -fa eco mamma Piera - io ho 70 anni e non ho ancora la nausea di vendere giocattoli!". 

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