rotate-mobile
Attualità

Terremoto cooperative, la lettera aperta del presidente Frangi

Il commento del numero uno di Unione Interprovinciale Confcooperative Insubria

Un vero e proprio terremoto che dall'ambito giudiziario si è allargato immediatamente a quello politico: l'inchiesta della Procura lariana che ha portato all'arresto di 34 persone (commercialisti, professionisti e membri di cooperative) nella giornata dell'8 ottobre è stata la notizia che ha scosso più di altre il territorio comasco. Sulla questione non poteva non intervenire il presidente di Unione Interprovinciale Confcooperative Insubria, Mauro Frangi. Qui di seguito la lettera aperta:

Le notizie di oggi hanno, giustamente, riportato all’evidenza una situazione gravissima che combattiamo con forza da anni. Le file della falsa cooperazione sono dure a morire. Diffondono nel sistema economico elevate soglie di illegalità contributiva e fiscale.

Dietro a questi comportamenti sappiamo bene che spesso si annida ben altro. Sedicenti imprenditori, commercialisti e consulenti senza scrupoli hanno per anni utilizzato lo strumento cooperativo unicamente per sfruttare i lavoratori, evadere il fisco e la previdenza, compiere azioni illegali gravissime. Lo hanno fatto nel silenzio quasi generale. 

Sfruttando un sistema che consente a false cooperative di operare e acquisire appalti al di fuori di qualsiasi controllo di legalità. Ma è l’assenza dei controlli e di una efficace normativa di contrasto che consente di utilizzare impunemente per molti anni lo strumento cooperativo prima che fatti come quelli delineati oggi dal comunicato della Procura emergano.

Per tre cooperative utilizzate nella vicenda la revisione compiuta dall’associazione aveva richiesto da tempo al MiSE lo scioglimento e la nomina di un liquidatore. Provvedimenti che arrivano sempre troppo in ritardo.

Ma la gran parte dei soggetti indicati nel comunicato per anni è riuscito a sfuggire a qualsiasi controllo. Le associazioni cooperative sono le uniche associazioni imprenditoriali che richiedono più controlli e più rigore nelle sanzioni conseguenti ai controlli. Perché Il contrasto all’illegalità e alle false cooperative è, per noi, non solo una difesa della nostra reputazione ma è un pezzo decisivo della battaglia  per fare ripartire il Paese. 

Perché meno corruzione e più legalità significano più sviluppo. C’è un punto che stupisce tanto quanto la gravità dei fatti emersi. L’incomprensibile paradosso che riguarda l’assenza di provvedimenti seri e rigorosi contro le false cooperative.
L’Alleanza delle Cooperative Italiane ci ha lavorato duramente, mettendo a punto un disegno di legge adeguato e sul quale sono state raccolte oltre 100mila firme.

A parole tutti – Governo, forze politiche, organizzazioni sindacali – sono al nostro fianco per combattere i delinquenti che si vestono con la giacchetta di cooperatori unicamente per sfruttare il lavoro e utilizzare la forma cooperativa per fini illeciti. Qualcuno ci rimprovera pure di non fare abbastanza. Ma nei fatti il provvedimento legislativo non ha trovato effettivo sostegno e si è, quindi, arenato nella palude parlamentare, producendo sin qui solo pochi limitati interventi correttivi. 

Serve, invece, come chiediamo da tempo, una normativa capace di sostenere l’autenticità cooperativa combattendo senza sconti e inesorabilmente le false cooperative che sfruttano il lavoro, drogano il mercato, mettono all’angolo la buona cooperazione e danneggiano prima di tutto i tanti cooperatori onesti. Le proposte in campo ci sono. Basta volerci mettere davvero mano. Noi non chiediamo altro.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Terremoto cooperative, la lettera aperta del presidente Frangi

QuiComo è in caricamento