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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Legambiente Como contraria al progetto per l'ex Ticosa: "Pura speculazione economica"

I punti deboli della proposta di Acinque secondo l'associazione ambientalista

Il progetto per la riqualificazione dell'ex Ticosa, proposto da Acinque e ben visto dall'amministrazione comunale del sindaco Alessandro Rapinese, ha suscitato perplessità e critiche, non solo da parte dell'opposizione in consiglio comunale. A sollevare pesanti dubbi sulla bontà del progetto c'è anche il circolo di Legambiente di Como, che ha messo nero su bianco tutti quelli che secondo gli ambientalisti sono i punti deboli della proposta.

"In primo luogo - scrive Legambiente Como - è riduttivo pensare di rifunzionalizzare questo importante brano di città puntando in via prioritaria sulla realizzazione di posteggi, secondo un modello antistorico che richiama le auto verso il centro della città, riduce la domanda di trasporto pubblico locale, ed incrementa l’impermeabilizzazione e l’inquinamento correlato. Inoltre il parco fotovoltaico, il parcheggio e l’hub commerciale sarebbero per decenni ad esclusivo beneficio dell’ente gestore, mentre non è prevista nemmeno la realizzazione di una Comunità Energetica Rinnovabile, la quale avrebbe potuto ridurre i costi energetici a carico del Comune e sollevare taluni segmenti sociali fragili dalla povertà energetica. L’operazione proposta dal Comune appare puramente di tipo economico-speculativo a favore del gestore". 

L'associazione ha lamentato la mancanza di una progettualità più ampia e multifunzionale, auspicando la creazione di uno spazio verde fruibile e di un parco urbano, oltre all'assenza di residenze, commercio di vicinato e spazi per la socialità. Inoltre, l'edificio "Santarella" non è stato considerato nell'intervento, generando incertezze sul suo futuro riutilizzo.

Legambiente, infatti, osserva e contesta "l’assenza della funzione residenziale, del piccolo commercio di vicinato e di spazi idonei per la socialità".

E ancora: "Complessivamente il vantaggio per la città, inteso come risposta concreta a bisogni condivisi, compresa la ricucitura di un comparto strategico con il Centro Storico e con la parte alta di via Milano, a nostro avviso è molto contenuta. Due terzi dei costi previsti sono a carico del comune, mentre i proventi saranno per i prossimi 30 anni a totale appannaggio della multiutility aggiudicataria che - seppure partecipata dagli enti locali che la costituiscono - agisce comunque con finalità privatistiche. Dal punto di vista ambientale l’opera appare impattante sia per quanto riguarda l’aspetto percettivo visivo, che per l’aumento dell’impermeabilizzazione e degli elementi inquinanti. Si parla di riduzione di CO2 a seguito della messa in opera dei pannelli, ma non viene stimato l’inquinamento causato dall’incremento di auto (usura dei freni, dei pneumatici, scarichi), che a centinaia e in alcuni giorni a migliaia arriveranno alle porte di una città che già soffre per la presenza di alte concentrazioni nell’aria di polveri sottili, biossido di carbonio, ozono. Tali svantaggi non sono compensati dalla semplice costruzione di una velostazione, a fronte della realizzazione invece di una sorta di mega “car park”. L’inserimento degli 8 ML di euro relativi alla bonifica della “cella 3”, se realizzata, come pare, da Acinque, rappresenterebbe un ulteriore beneficio per le casse della multiutility, il cui contributo finanziario al progetto complessivo risulterebbe ulteriormente ridimensionato".

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