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Como, dipendente comunale licenziata: "Nessuno si era mai lamentato di lei"

Le parole della rappresentante sindacale in Comune sulla donna accusata di falsificare l'orario di entrata

Non si fanno attendere le reazioni all'indomani del licenziamtento di un'impiegata dell'ufficio anagrafe del comune di Como sorpresa a falsificare l'orario di entrata in ufficio. La notizia era trapelata nel pomeriggio di venerdì 26 gennaio 2018. Palazzo Cernezzi non ha volutamente diffuso i particolari della vicenda per tutelare quanto più possibile la privacy della donna.

Il giorno dopo il licenziamento, sulla vicenda interviene ai microfoni di Quicomo la coordinatrice dei rappresentanti della Rsu del Comune di Como, Simona Benedetti.
"Non possiamo ancora entrare nel merito delle motivazioni del licenziamento - ha detto la rappresentante sindacale- perché ancora non conosciamo i dettagli che hanno portato l'amministrazione a questo estremo provvedimento. So solo che ancora una volta i dipendenti pubblici del Comune sono indiscriminatamente e ingiustamente accusati di essere tutti dei fannulloni, ma non è assolutamente così. Gli uffici forniscono sempre un buon servizio - conclude Benedetti- e persino l'impiegata licenziata, a quanto mi risulta, svolgeva bene il proprio lavoro visto che nessuno si era mai lamentato".

Venerdì aveva commentato sinteticamente l'accaduto l'assessore con delega alle Risorse umane, Elena Negretti, dicendosi dispiaciuta sul piano umano per l'impiegata, ma "l'amministrazione ha dovuto fare rispettare la legge che prevede il licenziamento nel caso in cui un dipendente commetta falsa attestazione o inganni deliberatamente l'amministrazione circa la sua presenza in servizio".

Come sia avvenuta la "falsa attestazione" non è dato sapere, ma è verosimile pensare che per adottare l'estrema sanzione l'amministrazione comunale avesse avuto modo di accertare precedenti episodi di questo genere.

In passato proprio QuiComo si era occupato di un'inchiesta sui "furbetti" del cartellino in Comune a Como: alcuni dipendenti timbravano il cartellino al momento di entrare, ma anzichè andare in ufficio si recavano al bar o a sbrigare commissioni. Dopo l'inchiesta di Quicomo il Comune ha adottato il pugno di ferro, sebbene la Procura abbia archiviato il caso riguardo tre dipendenti pizzicati proprio dalla nostra telecamera.

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