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Coronavirus Via Giuseppe Ferrari

L'altro lato del coronavirus: la (veloce) app della polizia e i numeri antiviolenza da chiamare a Como

Le denunce sono in calo, ma non è un buon segno

Dobbiamo restare il più possibile a casa. Per la nostra salute e per quella dei nostri cari e di tutti i cittadini. Può essere molto stressante questa libertà limitata. Ma ci sono persone, specialmente donne, ma non solo, che non solo devono stare in casa, ma devono convivere fianco a fianco con il loro carnefice. Con un marito o un compagno violento, fisicamente o psicologicamente. In questo mondo dove la pandemia si muove velocemente e stravolge le nostre vite, ancora più difficile dev'essere vivere in casa con l'orco. La riprova di questo trend, è la diminuzione vertiginosa delle chiamate ai numeri di emergenza, come il 1522, istituito dal Dipartimento per le Pari Opportunità, a favore delle donne che hanno bisogno di aiuto. Secondo quanto riportato da alcuni operatori si assiste, ai tempi del coronavirus, al così detto "effetto week end". Infatti è noto che nei giorni di festa le chiamate di aiuto siano molte meno perchè il marito o il padre violento passa il suo tempo insieme alla famiglia che non ha, quindi, la possibilità di effettuare alcuna telefonata. 

La diminuzione delle denunce (che, come abbiamo capito non è un buon segno!) è cominciata a Milano, ed ha seguito tragicamente l'andamento e "gli spostamenti" del Covid-19. Quindi ora questo "effetto week end" tocca principalmente le città del Nord, ma è destinato a muoversi laidamente come il virus. Prima il territorio del lodigiano e Codogno, ma ora anche a Milano, Como, Monza, Lecco, Firenze e Torino si nota la differenza, esponenzialmente. Pochissime le richieste di aiuto. Bisogna stare in casa, e trovare il coraggio di scappare o denunciare, quando tutti ti dicono che in casa ci devi rimanere per forza, è ancora più complicato.

Youpol: la nuova app della polizia aggiornata apposta per far fronte a questo periodo

YouPol. L’app della Polizia di Stato per smartphone quindi si aggiorna prevedendo la possibilità di segnalare i reati violenti che si consumano tra le mura domestiche.

Ideata per contrastare bullismo e spaccio di sostanze stupefacenti nelle scuole, l’app è caratterizzata dalla possibilità di trasmettere in tempo reale messaggi ed immagini agli operatori della Polizia di Stato.

Le segnalazioni sono automaticamente geo-referenziate, ma è possibile per l’utente modificare il luogo dove sono avvenuti i fatti. E’ inoltre possibile dall’app chiamare direttamente il NUE e dove non è ancora attivo risponderà la sala operativa 113 della Questura. Tutte le segnalazioni vengono ricevute dalla Sala Operativa della Questura competente per territorio.

Per chi non vuole registrarsi fornendo i propri dati, è prevista la possibilità di segnalare in forma anonima.

Anche chi è stato testimone diretto o indiretto – per esempio i vicini di casa -  può ovviamente segnalare il fatto all’autorità di polizia, inviando un messaggio anche con foto e video.

L’applicativo, nato dalla ferma convinzione che ogni cittadino è parte responsabile ed attiva nella vita democratica del Paese, è facilmente installabile su tutti gli smartphone e tablet accedendo alle piattaforme per i sistemi operativi IOS e Android.

Il centro Antiviolenza di Como

Abbiamo raggiunto telefonicamente, negli scorsi giorni, anche il Centro Antiviolenza che si trova in via Giuseppe Ferrari n. 9 a Como. Margherita, una gentilissima operatrice, ci ha subito risposto. 

Anche lei, purtroppo, conferma l'andamento nazionale: non crede, insomma, che il numero inferiore di telefonate ricevute corrisponda ad un arresto della violenza tra le mura domestiche, al contrario. Probabilmente le donne o i figli, non hanno la possibilità concreta di telefonare o avvisare qualcuno.

«Una delle tecniche solitamente usate dagli uomini violenti passa proprio per l'isolamento. Questa situazione, paradossalmente, rinforza il compagno maltrattante. Isolare la propria moglie o compagna dalle amicizie e dagli affetti è qualcosa che da un nuovo potere al maltrattante. Non è un periodo facile- ribadisce Margherita- da passare tra le mura domestiche per molte donne, e il calo delle chiamate non è per forza un buon segno... anzi. Molti stanno a casa dal lavoro e lo stress è alto nelle famiglie normali, figuriamoci in quelle disfunzionali». 

Margherita ci ricorda che le operatrici  del Centro Antiviolenza di Como sono disponibili all'ascolto telefonico nei seguenti orari:

Lunedì dalle 10 alle 16

martedì e giovedì dalle 9 alle 14

Mercoledì e venerdì dalle 13 alle 18

Per telefonare al numero del Centro Antiviolenza comporre lo 031304585 oppure telefonare al numero verde provinciale dedicato 800166656

Ricordatevi che il 1522 è sempre attivo, 24/24 (chiamata gratuita anche dal cellulare). 

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