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Camping no stress, la lettera di un ex residente dopo la lite in Tv: "Signor sindaco, ma mi faccia il piacere"

"Non ha risolto nessun problema, ci sono 25 persone in mezzo alla strada"

Uno scontro piuttosto acceso è avvenuto lo scorso venerdì nella trasmissione di Espansione Tv. A intervenire, con in studio il sindaco Rapinese, Fabio Rossi uno degli ex residenti del campeggio di via Cecilio ora definitivamente chiuso. Ne è nata una discussione dai toni forti e alla domanda di Rossi se si ritenesse una persona onesta, il sindaco ha perso la pazienza: "Dai toglietemelo per cortesia!", ha detto Rapinese piuttosto seccato alla conduttrice. Molti gli scambi al vetriolo tra i due che accavallavano le loro voci, e alla fine del programma sono arrivate anche le scuse del sindaco "per aver reagito sul camping in questo modo, ma abbiamo fatto di tutto”. Ma non è finita qui. Rossi, essendoci ancora molte domande senza risposte e puntualizzazioni da fare, ha mandato alle redazioni dei giornali una lunga lettera, che riportiamo integralmente. 

La lettera di Fabio Rossi

" Voglio fare alcune puntualizzazioni rispetto al mio intervento. Il sindaco si è sentito offeso nel momento in cui gli ho chiesto se si ritenesse una persona onesta. Una semplice domanda senza offese e senza secondi fini. Era solamente per capire se in coscienza le sue azioni siano, dal suo punto di vista, corrette.
Dal mio no! Ho sempre compreso le motivazioni della chiusura del campeggio. Del resto la mala gestione dei personaggi che lo avevano in mano è alla luce del sole. Era giusto intervenire. Ma all' interno della struttura, oltre che esserci le persone  che portavano avanti l'attività, c'erano anche oltre 70 persone oneste che pagavano regolarmente l'affitto!
Rapinese mi ha accusato di sparare numeri a caso. Che ci faccia vedere i resoconti del sopralluogo effettuato dai vigili urbani nella struttura a fine gennaio.Vediamo chi spara numeri a caso. Io lì ci vivevo, avevo contatti quotidiani con le persone all' interno e so quanti eravamo.

"Non ha risolto nessun problema"

"Punto secondo, continua Fabio Rossi nella sua mail, dice di aver risolto un problema. Devo dedurne che per lui mettere nelle condizioni famiglie di non avere più una sistemazione abitativa (se pur non a norma) è risolvere i problemi.
Nel ventennio fascista risolvevano i problemi così. Li mettevano nelle condizioni di non apparire più. Per fortuna si è limitato a questo e non a qualcosa di peggio come si faceva una volta.

Punto terzo.
Ma qualcuno di chi sta leggendo pensa seriamente che se avessimo avuto la possibilità di avere 4 mura di cemento e un tetto sulla testa avremmo preferito continuare a vivere in una roulotte fredda e piccola?
Siamo (eravamo) per la maggior parte dei lavoratori con stipendi dignitosi, io per una "casetta" spendevo 450 euro al mese più le utenze. Non potevo permettermi un appartamento? Peccato, purtroppo, che con un contratto precario nessuno ti dà una casa in affitto. 

E la cosa che più mi lascia basito e che mi ha portato alla domanda iniziale, ovvero se si sentisse una persona onesta.
Ha fatto l'agente immobiliare per anni e non sa che per affittare una casa il requisito indispensabile è il contratto?
Così come, dopo più di 15 anni di opposizione, mi viene a dire (questo a febbraio durante la prima "crisi del campeggio") che non era a conoscenza della reale situazione della struttura?
Ultima cosa. Si è lamentato del fatto che Como non può accogliere tutti. Ma non siamo la nazione che sta accogliendo e aiutando le persone più bisognose? Con orgoglio, sottolineerei. E lui non può occuparsi di 25 persone (gli ultimi a restare senza aver trovato soluzioni alternative)?
Come disse Totò: "Ma mi faccia il piacere". So di essere stato lungo e chiedo scusa. Ringrazio chi ha avuto la pazienza e la voglia di arrivare fino alla fine. Non finisce qui". 

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