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La strage fascista di Cima di Porlezza: una giornata per non dimenticare

Il 21 gennaio 1945 cinque uomini e una donna furono uccisi

Il ricordo della resistenza antifascista e della lotta per la libertà si rinnova domenica 21 gennaio con la commemorazione della strage fascista avvenuta a Cima di Porlezza. Anche in territori periferici, come quello porlezzino, la Resistenza al nazifascismo ha lasciato il suo segno. L'evento, organizzato dall'ANPI - Associazione Nazionale Partigiani d'Italia, sezione di Dongo - in collaborazione con l'associazione Cittadini Insieme e il patrocinio del Comune di Porlezza, non è solo un rituale, ma un momento vissuto che consente il ricordo dei giovani partigiani e la testimonianza di singoli e associazioni.

Il programma della commemorazione

Alle ore 10 il corteo prenderà il via dalla fontana sul lungolago di Cima, per percorrere il Sentiero della Memoria fino al luogo dell'eccidio presso il cimitero. Sarà un cammino simbolico, lungo le stesse mulattiere percorse dai partigiani costretti dai loro aguzzini. Questa strada, intrisa di storia e sacrificio, conduce a un memoriale vivido e sentito.

Alle ore 10.30, nel cimitero di Cima, si svolgerà la commemorazione dei sei giovani partigiani fucilati. Nella casa del paese, il 21 gennaio 1945, questi sei volontari, tra i 17 e i 26 anni, furono individuati e, dopo un conflitto a fuoco, costretti ad arrendersi. Invece di essere arrestati, vennero immediatamente trascinati nei pressi del cimitero e uccisi.

Anche una donna tra le vittime

Le sei vittime di Cima occupano un ruolo speciale nella memoria antifascista, non solo per la loro giovanissima età, ma anche per il loro coraggioso impegno e la totale avversione al fascismo. Livia Bianchi, l'unica donna del gruppo, rinunciò a salvarsi la vita, rifiutando di essere separata dai suoi compagni, condividendone la tragica sorte. Livia proveniva da Melara, in provincia di Rovigo, e quest'anno ospiteremo tra gli interventi anche quello di un cittadino giunto dal suo paese.

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