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Biagio, il vigile comasco che sfida la sclerosi multipla correndo

Ha appena corso la "100 km del Passatore", il suo messaggio: "Continuate a lottare"

La corsa (e lo sport in generale) come terapia contro la sclerosi multipla, ma anche come viaggio dentro se stessi per ritrovarsi nella malattia. E' il messaggio di Biagio Garofalo, 36 anni, agente della polizia locale di Como, malato di sclerosi multipla e reduce dalla 100km del Passatore, competizione podistica di ultramaratona con partenza da Firenze e arrivo a Faenza.

Soltanto l'ultima delle imprese sportive che Biagio ha affrontato negli ultimi 5 anni, da quando cioè ha avuto la diagnosi della sua malattia.
Lunedì 10 maggio 2019 in una conferenza stampa al Comando della Polizia Locale ha voluto raccontare la sua esperienza, per accendere l'attenzione sulla patologia che lo ha colpito e per lanciare un messaggio a chi, come lui, si trova a lottare tutti i giorni contro un male subdolo e difficile da riconoscere e che mette a dura prova i malati e i loro familiari: "Non bisogna arrendersi".

Cos'è la sclerosi multipla

Come spiegato sul sito dell'Aism (Associazione Italiana Sclerosi Multipla) si tratta di una malattia neurodegenerativa demielinizzante, cioè con lesioni a carico del sistema nervoso centrale. Nella sclerosi multipla si verificano un danno e una perdita di mielina in più aree (da cui il nome «multipla») del sistema nervoso centrale. Nel mondo si contano circa 2,3 milioni di persone con SM, di cui 600.000 in Europa e oltre 122.000 in Italia. La SM può esordire a ogni età della vita, ma è diagnosticata per lo più tra i 20 e i 40 anni e nelle donne, che risultano colpite in numero doppio rispetto agli uomini. Per frequenza è la seconda malattia neurologica nel giovane adulto e la prima di tipo infiammatorio cronico. La causa o meglio le cause sono ancora in parte sconosciute.

Biagio Garofalo, il vigile comasco che corre contro la sclerosi multipla

Dai primi sintomi alla diagnosi

"Io ho avvertito i primi sintomi gravi 5 anni fa- ha raccontato l'agente- ma penso di avere la malattia da più tempo. A 20 anni avevo problemi di equilibrio che non venivano associati a nulla, ora penso fosse quello, così come che a un certo punto mi desse nausea il fumo, io che fumavo 30 sigarette al giorno e ho dovuto smettere. Un collega, Antonio, che andava a correre mi ha invitato ad andare con lui e ho iniziato ad allenarmi. Stavo abbastanza bene, ma nel 2012, quanto è nata la mia terza figlia, ho iniziato a stare di nuovo male, ad avere giramenti di testa, perdita di equilibrio che però venivano curati come vertigini. A volte mentre al lavoro dirigevo la viabilità mi cadeva la paletta dalle mani. Un giorno ero talmente stanco che non riuscivo a stare in piedi e mia moglie mi ha trovato steso a terra.

Da lì è iniziato il mio calvario - prosegue Biagio- : hanno pensato che i miei problemi fossero legati alla depressione o alla "primavera" o che avessi un tumore al nervo acustico. Un mio collega mi ha aiutato tanto, spronandomi a insistere per cercare di approfondire cosa avessi, poi finalmente al Besta sono arrivati alla diagnosi e la mia vita è cambiata".

La diagnosi: la vita che cambia

"Non riuscivo più a fare i turni in pattuglia - racconta il vigile- così mi hanno cambiato mansione e ora faccio lavori di back office, logistica e manutenzione dei mezzi. Gestisco il comando nel mio piccolo".

Biagio Garofalo vuole parlare della malattia per sfatarne i luoghi comuni, farla conoscere meglio per far sentire più compresi i malati: "La sclerosi multipla è una malattia strana, a prima vista sembra che la persona stia bene. Non è una malattia unica -spiega- io ho la "mia" sclerosi multipla che a me, ad esempio, ha tolto l'equilibrio. Mi sono accorto di avere qualcosa di strano perchè andavo a sbattere continuamente ed ero sempre pieno di lividi. Ho formicolio alle mani e stanchezza estrema anche appena sveglio che cerco di combattere con lo sport. A volte corro 80 km, altre non riesco neanche a salire un piano di scale. Ci ho messo 3 anni a capire cosa avevo e anche le persone vicino a me sono in difficoltà".

Lo sport come terapia: le imprese sportive di Biagio

Grazie al suo collega (ora in pensione) Antonio Piccinno, Biagio ha continuato a correre ed è riuscito a portare a termine la Mezza maratona di Seregno. Poi ha "alzato l'asticella", correndo anche la maratona di Milano e la Pistoia-Abetone conclusa in 8 ore e 16. Da lì la nuova sfida: la 100km del Passatore da Firenze a Faenza. Un'impresa impegnativa anche per chi è in perfette condizioni di salute, figuriamoci per un fisico che lotta contro la sclerosi multipla.

La sfida: la 100 Km del Passatore

Biagio, con il supporto del fedelissimo Antonio e del gruppo sportivo della polizia locale, decide di partecipare: inizia una preparazione lunga un anno in cui è dimagrito 20 chili. E il 25 e 26 maggio scorsi affronta la gara. "C'era la paura, paura di non farcela, perchè da malato uno sforzo può portarti tanti problemi, con la stanchezza che ti cambia la vita". 
Biagio corre, ma arrivato al traguardo degli 80 km decide di fermarsi: "Avevo già corso per 14 ore, ne avevo davanti altre 4. Valeva la pena di rischiare? - si è chiesto Biagio- Avevo un debito d'onore con mia moglie, cui avevo promesso che se non me la fossi sentito mi sarei fermato. Quindi la "colpa" è sua se non ho portato a termine la gara! - scherza, tornando poi serio - Non potevo rischiare come padre e come marito. Sarà per l'anno prossimo".

Difficile per un "calabrese con la testa dura" come Biagio, come lui stesso si definisce, metabolizzare la decisione di fermarsi. "All'inizio ero molto dispiaciuto - racconta- poi ho iniziato a pensare: però, ho fatto 80 km! La soddisfazione più grande me l'ha data mio figlio che mi ha detto: "Papà, hai corso 80 km, hai la sclerosi multipla, neanche quelli normali ce la fanno!".

A Biagio Garofalo, alla sua impresa e all'orgoglio con cui ha indossato per correre la maglia della Polizia Locale e dell'Aism (Associazione Italiana Sclerosi Multipla), con la sponsorizzazione di Acsm Agam, è andato il ringraziamento del Corpo e del Comune, rappresentati dal comandante Donatello Ghezzo e dall'assessore Elena Negretti.
"Come Corpo andiamo orgogliosi anche per l'approccio che ha a questa malattia", ha detto Ghezzo cui fa eco l'assessore: "E' uscita la grande squadra che c'è nel corpo della Polizia Locale, con tante persone che gli sono state vicine e lo hanno aiutato". 
"Come Aism siamo orgogliosi - ha confermato Roberta Amadeo, presidente nazionale dell'associazione- lo sport è stato finalmente riconosciuto come terapia contro la stanchezza che provoca la sclerosi multipla", e lei ne è una testimonianza, tanto che a settembre sfiderà la malattia partecipando a 49 anni al mondiale di handbike.

"Se sono arrivato a questo punto - ha concluso Biagio Garofalo - è grazie alla mia malattia, anche se è strano dirlo. Solo chi è malato può capirlo e questo è un messaggio per chi lotta come me".

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