Elezioni a Como, la campagna entra nel vivo: primi scontri Traglio-Landriscina
Premettiamo: che Maurizio Traglio (nella foto) si candidi sindaco è probabile ma non certo. Lo ha fatto intendere lui stesso nella conferenza dell'altro giorno quando non ha chiarito come intenda rapportarsi con le eventuali primarie del...
Premettiamo: che Maurizio Traglio (nella foto) si candidi sindaco è probabile ma non certo. Lo ha fatto intendere lui stesso nella conferenza dell'altro giorno quando non ha chiarito come intenda rapportarsi con le eventuali primarie del centrosinistra e con una sua eventuale sconfitta. Certo è che l'imprenditore e finanziere si è gettato nell'arena e ai suoi avversari non le manda a dire. Per ora nelle sue parole compare solo Mario Landriscina e non Alessandro Rapinese. I motivi possono essere due: Landriscina è il candidato da battere per andare al ballottaggio, o forse per Traglio Rapinese non rappresenta un problema. Ad ogni modo, nella conferenza stampa che pubblichiamo qui integralmente Traglio ha voluto sottolineare la sua convinzione che Landriscina più che un candidato del centrodestra sia il candidato della Lega. A sostegno della sua considerazione Traglio ha ricordato la "benedizione" di Matteo Salvini data a Landriscina allo Yacht Club Como quando il candidato-medico del 118 ha lanciato la propria corsa alle elezioni comasche.
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Ed eccoli qui, adesso, a scontrarsi. La campagna elettorale si preannuncia rovente, e queste sono solo le prime battute, insipide se paragonate a ciò che saremo destinati a vedere quando anche Rapinese entrerà a piedi uniti nel dibattito politico.
Intanto Traglio ha sortito un primo effetto, quello di stimolare (o meglio, provocare) il coordinatore provinciale Alessandro Fermi, già alle prese una problemi interni a (ed esterni) a Forza Italia. Di ieri il comunicato con il quale Traglio ha commentato i 600mila euro stanziati dal presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni per sgomberare il cantiere delle paratie:Maroni utilizza soldi pubblici (quindi nostri) per mettere una pezza provvisoria a un danno creato dalla sua stessa parte politica e per sgombrare l’area di cantiere da materiale di proprietà della stessa Regione. È giusto ricordare, infatti, che di ciò che andrà a ripulire Maroni nulla è addebitabile a Mario Lucini. La seconda: mi pare evidente quanto il tempismo elettorale del tardivo intervento di Maroni dimostri come, in realtà, della nostra città al presidente importi ben poco. Del resto, essendo in carica dal 2013, avrebbe potuto provvedere ben prima.A rispondere non è stato Landriscina ma uno degli uomini politici comaschi ha voluto e avallato la sua candidatura, Alessandro Fermi, che può comunque legittimamente sostituirsi a Landriscina nel confronto-dialogo con Traglio in virtù della sua carica di sottosegretario regionale della giunta Maroni. Ed ecco cosa ha replicato Fermi (ai lettori l'onere di formarsi una propria opinione in merito):
Provare a farsi conoscere in qualità di candidato sindaco polemizzando sui contributi che Regione Lombardia stanzia a favore delle paratie non mi sembra una grande strategia elettorale. Forse il signor Traglio ha iniziato a interessarsi di politica da troppo poco tempo per conoscere il percorso che ha portato la Regione a riprendere la gestione del cantiere del Lungolago. Il Presidente Maroni ne avrebbe fatto volentieri a meno se l’amministrazione Lucini avesse dato prova di potersene occupare, ma in cinque anni nulla si è mosso (se non le carte dei Tribunali) e non mi risulta che da Traglio siano arrivate proposte costruttive su come uscire dall’impasse.Capisco che strizzando l’occhio a sinistra per Traglio possa essere imbarazzante ringraziare il Governatore Maroni, ma salire in cattedra a posteriori quando qualcuno ha già faticosamente lavorato per risolvere il problema non è un buon biglietto da visita sull'approccio alla Città e alle sue problematiche.
Mi sembra comunque molto più interessante per i comaschi tornare a vedere il lago piuttosto che dar voce a sterili polemiche.