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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Primarie sì, primarie no, il candidato non ce l'ho. Il Pd e la difficile (ri)presa di Palazzo Cernezzi

Ancor più della giunta Lucini, il vero sconfitto degli ultimi 5 anni di governo della città è il PD. A testimoniarlo è la lotta intestina, in atto già da qualche mese, sul nome del prossimo candidato a Palazzo Cernezzi. Primarie si, primarie...

Ancor più della giunta Lucini, il vero sconfitto degli ultimi 5 anni di governo della città è il PD. A testimoniarlo è la lotta intestina, in atto già da qualche mese, sul nome del prossimo candidato a Palazzo Cernezzi. Primarie si, primarie no? Gaffuri le vuole, Magatti, uno dei pochi nomi della giunta uscente con ancora velleità politiche spendibili, no. Ma il metodo con cui si arriverà al nome che dovrà vedersela con Landriscina, Rapinese e il pentastellato, è solo un gigantesco falso problema.

La vera questione, e lo ha sottolineato nei giorni scorsi senza tanti giri di parole il presidente di Confcooperative Mauro Frangi, è la debolezza dei nomi circolati fino a oggi quali contendenti alle primarie, ovvero Marcello Iantorno, Gioacchino Favara e Roberta Marzorati. Persone rispettabilissime, sia chiaro, ma certamente non in grado di accendere il match e di scaldare gli elettori. Ma se è vero che gli esterni, da Minghetti a Battarino, come avevamo già scritto in questo editoriale, si sono subito defilati, un nome che possa mettere tutti d'accordo, magari anche scavalcando l'istituto delle primarie, non c'è. Di certo, la panacea di tutti i mali del Pd comasco non sarà il metodo con cui verrà estratto dal berretto il candidato sindaco.

Così, mentre l'idea che Gaffuri ne stia facendo cuocere molti al sole d'inverno è molto più di una suggestione, il malato resta grave e senza cure primarie. Perché se è vero che dalla società civile non si vedono persone disposte a mettersi in gioco per salvare la sinistra, succede soprattutto quando si respira aria di sconfitta, è altrettanto chiaro che il PD e i suoi alleati non hanno saputo coltivare al loro interno un nome davvero autorevole. Possibile che nessuno si aspettasse di rimanere impallinato dalle paratie, ma tant'è.

Non gioiscano troppo gli altri partiti, la sconfitta della politica è sotto gli occhi di tutti. Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia hanno pensato bene di compattarsi intorno a Mario Landriscina, di certo non un uomo di partito, che a oggi vede in Alessandro Rapinese, autentico libero battitore, l'unico avversario certo. Con calma digitale arriveranno anche i 5 Stelle con il successore 2.0 di Luca Ceruti, ma per chiudere il poker dei candidati al Governo di Como manca ancora un nome capace non dico di emozionare ma almeno di scuotere chi ha il cuore spostato a sinistra. Non ambiscono alla tachicardia, ma a un battito animale, quello che cantava Raf, che dia insomma segni di vita, sì.

Primarie sì, primarie no, il candidato non ce l'ho. Il Pd e la difficile (ri)presa di Palazzo Cernezzi

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