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Arriva il niet di Furgoni: "Non lascio Cernobbio"

Il toto sindaco a Como si fa sempre più bollente. Ma in merito alle ipotesi formulate da alcuni media comaschi, arriva secca la smentita del sindaco di Cernobbio Paolo Furgoni: «In riferimento ad alcuni recenti articoli di stampa, per...

Il toto sindaco a Como si fa sempre più bollente. Ma in merito alle ipotesi formulate da alcuni media comaschi, arriva secca la smentita del sindaco di Cernobbio Paolo Furgoni: «In riferimento ad alcuni recenti articoli di stampa, per trasparenza e correttezza nei confronti dei miei cittadini e per chiarezza nei confronti di quelli comaschi, vorrei sottolineare che intendo continuare a svolgere il mio incarico al meglio delle mie possibilità, sino alla sua naturale scadenza: primavera 2018. Tra l’altro, proprio qualche giorno fa, il Consiglio comunale di Cernobbio ha approvato la delibera che avvia il progetto di fusione del mio paese con i limitrofi Comuni di Moltrasio e Carate Urio. Si tratta di un’importante sfida per il futuro di Cernobbio, sfida in cui credo fortemente e che merita la mia massima abnegazione sino al referendum che si svolgerà nel prossimo autunno. Non ho mai pensato di lasciare anticipatamente il mio incarico e attualmente la mia unica ambizione è proseguire al meglio nel mio impegno. A livello personale, sono ovviamente lusingato del fatto che il mio nome sia stato ventilato in riferimento alla carica di sindaco di Como. Ritengo si tratti di un’attestazione di stima nei confronti del lavoro svolto dall’amministrazione di Cernobbio in questi anni, anche in collaborazione con la città capoluogo e con Mario Lucini, che stimo e apprezzo. Sono convinto che per la città di Como emergeranno disponibilità tali da garantire l’elezione di un sindaco che sappia governare al meglio il capoluogo lariano, punto di riferimento di tutto il territorio comasco».

Nel centro-sinistra la partita è quindi ancora tutta da giocare. Intanto, per ora, dopo il quasi sì di Mario Landriscina, candidato per Forza Italia, nonostante i malumori espressi da alcuni, su tutti Gaddi e Sallusti, l'unica certezza resta quella di Rapinese.

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