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Redazione

Dentro i colori di Miniartextil, fuori una città con i fari spenti

L'impatto emotivo è forte. Le opere esposte allo Spazio Ratti di Como, sede della 26^ edizione di Miniartextil, sono straordinariamente affascinanti. Non solo l'occhio ne rimane impressionato ma anche il cuore: "To Weave Dreams" è una raccolta...

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L'impatto emotivo è forte. Le opere esposte allo Spazio Ratti di Como, sede della 26^ edizione di Miniartextil, sono straordinariamente affascinanti. Non solo l'occhio ne rimane impressionato ma anche il cuore: "To Weave Dreams" è una raccolta di lavori prestigiosi che meritano una visita attenta. Artisti internazionali come Janet Echelman - qui presente con la sua luminosissima opera esposta sotto l'abside centrale dell'ex Chiesa di San Francesco - o l'installazione del progetto Numem For Use, raccontano l'ambizioso percorso di una mostra che per qualche settimana offre un soffio d'arte con un respiro decisamente europeo.

Oltre 50 minitessili e 13 grandi opere (se consideriamo anche quella altrettanto poderosa di Crystal Wagner esposta a Villa Bernasconi di Cernobbio) di artisti provenienti da tutto il mondo, sono la testimonianza di una realtà che merita una riflessione sulla capacità di Como di vivere con orgoglio alcuni dei suoi momenti culturali più importanti. Non è una questione di partecipazione, o almeno non solo; piuttosto, quel che spesso latita è quel minimo di orgoglio per la bellezza che in molti sanno produrre con ostinata passione per questa città. Si vive un po' tutto lasciandoselo scivolare addosso, con quel filo di indifferenza molto comasca più incline all'invidia che alla gioa collettiva. Un panorama poco entusiasmante che trova alibi solo nella decennale incapacità delle varie amministrazioni comunali di lavorare a un progetto: l'eterna mancanza di una visione, l'incapacità di "colorare" la città con una comunicazione d'insieme, sono problemi che non potranno rimanere nuovamente disattesi dal prossimo governo di Palazzo Cernezzi.

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Mentre uno dopo l'altro Parolario, il Teatro Sociale, il Lake Como Film Festival, Miniartextil e molti altri importanti eventi illuminano i loro palchi, fuori si rimane infatti al buio. L'evidenza di non sapersi mettere in sintonia con l'offerta culturale resta tragicamente palpabile in una città che ai riflettori preferisce un poco operoso silenzio o la critica tout court. Manca poi, più in generale, la cultura dell'ospitalità, altro elemento fondamentale per la costruzione di un nuovo orizzonte, che non si proietta solo ampliando l'offerta con nuovi alberghi e B&B o con qualche sbiadito slogan. Per non vanificare lo sforzo e il valore espresso da kermesse come Miniartextil, che in altre città hanno ben altri riscontri, occorrono una strategia pluriennale e fari continuamente puntati. E anche qualche sorriso in più.

https://www.youtube.com/watch?v=k1LNBzHZYBU

Dentro i colori di Miniartextil, fuori una città con i fari spenti

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