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Giovedì, 25 Aprile 2024
Salute

Il miracolo di Giulia, bimba nata prematura con restringimento dell'aorta

L’Ospedale Sant’Anna e il Niguarda di Milano salvano la vita a una bambina “piuma” affetta da un grave restringimento dell’aorta. Giulia - questo il nome della bimba - è nata il 9 marzo scorso nell’azienda ospedaliera di San Fermo della Battaglia...

L’Ospedale Sant’Anna e il Niguarda di Milano salvano la vita a una bambina “piuma” affetta da un grave restringimento dell’aorta. Giulia - questo il nome della bimba - è nata il 9 marzo scorso nell’azienda ospedaliera di San Fermo della Battaglia, a un’età gestionale di 27 settimane e 6 giorni (sei mesi e mezzo) ed un peso di 670 grammi.

Oltre alla complicata condizione di prematurità, la piccola soffriva anche di un’insufficienza respiratoria e oltre al restringimento dell’arteria aorta, che di fatto trasporta il sangue ossigenato a tutto il corpo. Aveva un calibro di 2 millimetri invece che di 5 mm, il che affaticava il suo piccolo cuore mettendo a rischio la sua vita. Per poter essere ricoverata la piccola doveva raggiungere i 2.500 grammi, ma un aggravamento ha fatto accelerare i tempi e pur con un peso di 1.080 grammi ha subito l’operazione da parte del cardiochirurgo Stefano Marianeschi al Niguarda il 7 aprile. Giulia ha trascorso 7 giorni di ricovero a Milano per poi essere trasferita nuovamente al Sant’Anna quando aveva appena 36 giorni di vita.

Nella Terapia Intensiva Neonatale è rimasta fino al 9 giugno quando è stata dimessa: pesava 2.410 grammi senza nessuna complicanza maggiore legata alla prematurità. La bambina ora sta bene, per la felicità dei suoi genitori Yaroslava e Vincenzo di Mariano Comense. “La storia di Giulia - afferma Mario Barbarini primario della TIN dell’Ospedale comasco - rappresenta un esempio di come la collaborazione tra ospedali, anche a fronte di situazioni critiche e al limite con le speranze di sopravvivenza, possa portare a risultati eccezionali. Giulia che è stata sottoposta a un percorso di stretta sorveglianza clinica e terapie ad Hoc al Sant’Anna per farle raggiungere il peso compatibile con l’intervento di cardiochirurgia, ora sta bene ed è potuta tornare a casa con i suoi genitori, anche se deve essere sottoposta a regolari controlli”.

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