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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Impianti sportivi, nidi, musei: il passivo dei servizi comunali è di 5,5 milioni all'anno

Il tema è delicato e riguarda tutti Comuni, non soltanto quello di Como. Però esiste, alla fine non trova mai una risposta e si riassume nella domanda che si ripete, sebbene con sfumature differenti, quasi ogni anno: può permettersi una pubblica...

Il tema è delicato e riguarda tutti Comuni, non soltanto quello di Como. Però esiste, alla fine non trova mai una risposta e si riassume nella domanda che si ripete, sebbene con sfumature differenti, quasi ogni anno: può permettersi una pubblica amministrazione di mantenere "in vita" una serie di servizi a domanda individuale che complessivamente perdono 5 milioni e mezzo di euro ogni 12 mesi circa? Riflessione impossibile da liquidare facilmente poiché se è legittimo porsi il dubbio su quale senso abbiano oggi le piscine comunali (peraltro con forti limitazioni "monumentali" in via Sinigaglia o malconce come a Muggiò) bisogna anche chiedersi chi, se non un Comune, porterebbe mai un campetto di calcio o magari un asilo nido nei quartieri più periferici. Difficilmente lo farebbe un privato investitore, legittimamente alla ricerca di un profitto in relazione all'investimento.

asilo-lora-23giu15-5Ma grandi questioni a parte, restano i numeri del Bilancio preventivo 2016 sul tavolo. Come sempre, da lustri, impietosi.

Prendiamo il caso degli asili nido, peraltro sulla scia ancora "caldissima" della chiusura della struttura di via Varesina a Camerlata. Ebbene, i numeri del documento contabile che approda questa sera in consiglio comunale sono crudi: costi annui per 2,3 milioni e introiti per 915mila (copertura dai proventi, dunque, ferma al 39,8% con una perdita secca di circa 1,4 milioni). Molto meglio va per il servizio della Refezione scolastica, dove costi (2,8 milioni) e incassi (2,45 milioni) segnano ancora un -350mila euro annuo ma portano la copertura del servizio a un già buono 87%, rapporto migliore in assoluto tra le varie tipologie in essere. Il vero disastro arriva con due voci su tutte: gli impianti sportivi comunali e le strutture culturali-museali. Per quanto riguarda piscine, campi, palestre e così via le spese a carico del Comune sono quantificate in un milione di euro all'anno mentre gli incassi si fermano a 188mila euro. Un buco nell'acqua autentico, profondissimo. Paragonabile, come si accennava, soltanto a quello dei musei: costi per 1,1 milioni ed entrate inchiodate a 144mila euro. Un passivo enorme per le casse municipali, che come tutti gli altri generati da questi servizi a domanda individuale (ma a carattere anche spiccatamente sociale) devono poi essere necessariamente coperti da altre fonti di introito. Per concludere la rassegna, pesante il passivo dei servizi cimiteriali (1,1 milioni di spese a fronte di entrate per 639mila euro, con poco meno di mezzo milione di "rosso"), mentre colpiscono pure i 347mila euro di costi pubblici per i "Servizi di igiene pubblica" coperti da entrate pari alla risibile cifra di 5mila euro; e non sfuggono alla regola dello squilibrio i "Locali comunali per attività non istituzionali (in gran parte le ex Circoscrizioni, ndr)" che costano 56mila euro all'anno e ne portano la metà (28mila). Chiude la lista anche una generica voce "Altri servizi" che rispetto a spese del Comune per 1,1 milioni ne incamera 201mila.

Il totale porta a questo sconfortate quadro d'insieme: costi per per quasi 10 milioni di euro all'anno (9,91 per l'esattezza) e introiti per 4,5. Buco complessivo di 5,5 milioni. Numeri che, comunque la si pensi, fanno riflettere.

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